Università e corsi da 60 CFU: “Docenti costretti a indebitarsi e ad abbandonare le classi. A Fisciano situazione insostenibile”

Università e corsi da 60 CFU: Docenti costretti a indebitarsi e ad abbandonare le classi. A Fisciano situazione insostenibile

Sta montando la protesta tra gli insegnanti di tutta Italia per quanto sta accadendo nelle università pubbliche, e in particolare presso l’Università degli Studi di Salerno, sede di Fisciano, in merito alla gestione dei corsi abilitanti da 60 CFU per l’insegnamento.

Una docente, membro interno di commissione d’esame di Stato e attualmente in servizio, ha voluto condividere il suo sfogo:
“Siamo stanchi. Dopo anni di sacrifici, lauree, certificazioni, anni di servizio sul campo, ora ci troviamo di nuovo costretti a indebitarci per frequentare corsi obbligatori — pena l’esclusione dalle graduatorie. Tutto questo per fare cassa sulle nostre spalle. E a chi vanno questi soldi? Alle università!”

Il caso specifico di Fisciano sta facendo discutere. La docente denuncia che, nonostante il suo ruolo istituzionale nella scuola e l’impegno con gli studenti proprio in questi giorni cruciali di esami, l’università le ha chiesto di lasciare le sue classi per frequentare le lezioni.
“Non sanno nemmeno come gestire la situazione: non sanno dirci se possiamo recuperare le lezioni, né ci garantiscono un’organizzazione compatibile con il nostro lavoro nelle scuole. Questo è il paradosso: lo Stato ci chiede di formarci ulteriormente, di migliorare le nostre competenze, ma allo stesso tempo ci costringe ad abbandonare i nostri alunni, proprio mentre dovremmo essere accanto a loro negli esami di Stato.”

Il malcontento cresce, e molti chiedono maggiore chiarezza e rispetto per i docenti in servizio: “Chiediamo che il Rettore e i referenti dell’Università di Fisciano rispondano pubblicamente. Vogliamo sapere come intendono garantire un percorso di formazione che sia davvero compatibile con il nostro lavoro e con la nostra dignità professionale. Non è più tollerabile essere trattati come numeri o come un bancomat da cui attingere.”

La questione è nazionale, ma a Fisciano — secondo numerose testimonianze — la situazione sembra particolarmente caotica. Si chiede quindi l’intervento diretto del Ministero dell’Istruzione e del MUR affinché si faccia chiarezza, si ascoltino i docenti e si garantiscano soluzioni concrete per chi, ogni giorno, è già al servizio della scuola pubblica.