NOLA. Morì sul fronte della prima guerra mondiale, omaggio ad Antonio Barone, testimonianza e simbolo della cittadina memoria collettiva

NOLA.  Morì sul fronte della prima guerra mondiale, omaggio ad Antonio Barone, testimonianza e simbolo della cittadina memoria collettiva

NOLA.  Morì sul fronte della prima guerra mondiale, omaggio ad Antonio Barone, testimonianza e simbolo della cittadina memoria collettivaIn un’atmosfera di una commossa partecipazione e nel solco degli ideali della libertà, della pace e della civile convivenza tra i popoli, commemorato Antonio Barone, il caporale bombardiere caduto sul fronte del primo conflitto mondiale. La cerimonia evocativa nel Cimitero comunale, nell’area del sacello che gli è dedicato e che viene curato dalla comunità studentesca dell’ Istituto tecnico commerciale e per geometriMasulloTheti”. Alla manifestazione hanno partecipato il sindaco Geremia Biancardi, il generale Salvatore Lorìa, comandante del Polo di mantenimento dell’Esercito italiano, le rappresentanze delle associazioni e dei gruppi di volontariato civico del territorio.

di Gianni Amodeo  (Fotoservizio di Mira)

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Il legame è stato è stato allacciato l’anno scorso, in coincidenza con il centenario dell’entrata dell’Italia nella prima guerra mondiale, schierata sul versante della Triplice Intesa, con Francia ed Inghilterra, mentre sul lato avverso erano poste le potenze imperiali della Triplice Alleanza. E’ il legame che connette la comunità studentesca e dei docenti dell’ Istituto tecnico commerciale e per geometriMasulloTheti” alla coraggiosa e nobile figura di Antonio Barone, l’umile e semplice caporale bombardiere caduto sul fronte del conflitto. Ed aveva appena ventidue anni, come tanti altri di età pari o anche poco più che superiore, se non addirittura inferiore- come nel caso dei tanti fanti italiani arruolati a 17 anni che appartenevano all’ancora innocente ed intrepida classe del ’99 – immolati inesorabilmente sui campi di battaglia, nelle file degli schieramenti belligeranti.

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E’ il legame, ma soprattutto l’intensa corrispondenza di valori e sentimenti, quella instauratasi nel 2015, che travalica e nullifica la secolare distanza tra l’Europa d’ieri, deflagrata d’improvviso nell’immane tragedia della guerra, mentre si dissolvevano e diventavano evanescenti i vorticosi bagliori della Belle èpoque, e l’Europa d’oggi nella società mondializzata e multiculturale; una società, quest’ultima, di cui i giovani – viaggiando con l’entusiasmo della curiosità, studiando e lavorando con passione- hanno le chiavi, se padroneggiano al meglio le lingue e i codici dei linguaggi elettronici, gli unici veicoli, per essere figli del proprio tempo.

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E’ la corrispondenza, che costituisce il monito della pace verso il presente e il futuro; quella pace, la cui costruzione è resa possibile solo se libertà e giustizia vivono nelle coscienze degli uomini e dei popoli. Il segno tangibile e concreto di quel legame si manifesta nel sacello, in cui sono raccolte le spoglie di Antonio Barone; sacello, che fino all’anno dell’adozione assunta dalla comunità del “MasulloTheti” altro non era che una tomba relegata nel triste oblio e nello squallore del miserevole degrado.

Su questa scia si è rinnovato il pellegrinaggio laico- come incisivamente è stato definito dalla prof.ssa Elena Silvestrini, che ha curato la tessitura delle fasi della manifestazione- reso al sacello dedicato ad Antonio Barone dalla comunità dell’Istituto di via Mario De Sena. Sono intervenuti, il sindaco Geremia Biancardi, a rappresentarla città e l’amministrazione comunale, il generale Salvatore Lorìa, comandante del Polo di mantenimento dell’Esercito italiano, operante sul territorio cittadino, oltre che le rappresentanze delle associazioni e dei gruppi di volontariato civico.

IL DOVERE CIVICO DELLA MEMORIA PER LA PACE NELLA LIBERTA’ –  LE VOCI DEL PELLEGRINAGGIO, GEREMIA BIANCARDI, ANNAMARIA SILVESTRO, LUCA DI NUZZO,CARMEN BALBI, FORTUNA DUBBIOSO  CON LA COORDINAZIONE DI ELENA SILVESTRINI  

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“ Sono momenti come quelli appena vissuti con intensità di partecipazione e di commozione- ha affermato il sindaco Geremia Biancardi– a testimoniare come e quanto sia rilevante la correlazione tra le Istituzioni, che sul territorio costituiscono le articolazioni dello Stato. La civica amministrazione è stata- ed è- sempre aperta e sensibile a far proprie le motivazioni ideali di iniziative, come quella di cui è artefice e promotrice la comunità del “MasulloTheti”. Un’iniziativa, che si innesta nel percorso dell’esercizio di quei doveri civici, che vanno diffusi tra i giovani che rappresentano e sono il futuro della società. Il loro spirito di responsabilità e la loro formazione culturale e professionale sono le uniche garanzie per lo sviluppo della società, in cui le libertà civili e i principi di giustizia nella solidarietà abbiano ampia e concreta diffusione. E nei nostri giorni- ha concluso il “primo cittadino”- le libertà civili e la solidarietà sono la necessaria sponda di riferimento per il potenziamento e il miglioramento delle Istituzioni democratiche, aprendo la società e i giovani verso l’accoglienza dei migranti, favorendone i percorsi d’inclusione e d’integrazione nella civile convivenza”.

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“Antonio Barone è un modello di umana esemplarità nell’ abnegazione di sé come tanti altri. Un simbolo della memoria collettiva per la città e della “lezione” della Storia che non va mai dispersa- ha dichiarato la professoressa Annamaria Silvestro, dirigente del “MasulloTheti”- anche se la sua complessità esige spirito di attenta riflessione critica. E’ giusto rendere omaggio e ricordare chi ha sacrificato la propria vita per la Patria, alla luce dell’opera del Poeta che ha celebrato il culto della tomba come tempio della conservazione della memoria. Foscolo dice che i sepolcri sono utili ai vivi, perché destano affetti virtuosi, lasciati in eredità all’umanità, come la speranza e la fiducia nel compiere nella vita quotidiana gesta degne di rispetto dei diritti umani. Ma questa occasione – ha chiarito- non è soltanto il giorno del ricordo e del ringraziamento, ma anche della riflessione, per fare in modo che il passato e la Storia ci siano d’insegnamento”.

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Di rilievo il passaggio che la professoressa Silvestro ha calibrato le ragioni e l’etica esigenza della pratica dei valori della cittadinanza attiva nella quotidianità del vivere. “Oggi- ha evidenziato- si corre un rischio, sul quale vorrei fermare l’attenzione: quello del disimpegno, come se le conquiste della pace e della libertà fossero acquisite una volta per tutte e sempre, mentre vanno consolidate nei luoghi sociali, istituzionali, di lavoro e nelle famiglie. E questa nostra iniziativa vuole stimolare nei giovani l’esercizio costante dell’impegno civico in tutti gli ambiti, nei quali si manifestano i loro interessi. L’iniziativa, come altre analoghe, vuole essere un momento d’incontro, di riflessione, di studio e di confronto. La scuola-ha concluso- attenta alla formazion cura in modo particolare l’educazione affettiva e valoriale degli studenti;per questa ragione è pronta a cogliere tutte le occasioni che possano offrire spunti, stimolare e arricchire la loro crescita civile, morale, democratica e soprattutto umana”.

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Ad integrare le riflessioni di Biancardi e di Silvestro, degni d’interesse i due tasselli, che hanno ricomposto e ri-costruito gli scenari del primo conflitto mondiale; tasselli affidati alle lettura dei testi epistolari del fante che vive le giornate nella durezze della trincea, tra fango, paure e morte, e della donna, che trascorre una vita di angosce, assilli e molteplici difficoltà, mentre il capo-famiglia è sul fronte della guerra. Lettura di testimonianza realistica, curata con efficace dizione da Luca Di Nuzzo e Carmen Balbi.

Il sigillo alla manifestazione era impresso dalla lettura della composizione dedicata ad Antonio Barone. Una composizione in chiave epistolare, letta dall’autrice, la prof.ssa Fortuna Dubbioso. E’ il toccante testo, che si fa interprete e voce del giovane caporale, restituendolo alla vita ideale, per esortare i giovani del Terzo Millennio ad amare la pace e la libertà per sé e per gli altri; pace e libertà, veri valori della vita, che la guerra offusca e nega.

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Il sigillo alla