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L’Irpinia alza il livello della protesta contro la crisi idrica che da mesi, tra interruzioni e guasti continui, sta mettendo in ginocchio famiglie, scuole e attività produttive. Il progetto è partito dal Comune di Montefredane, guidato dal sindaco Ciro Aquino, e a sostenerlo si sono subito accodati i Comuni di Mugnano del Cardinale, Sirignano e Quadrelle, che hanno dato ulteriore forza politica e istituzionale alla mozione.
La proposta mira alla dichiarazione dello stato di crisi idrica regionale e all’attivazione delle procedure per il riconoscimento dello stato di emergenza nazionale.
Le scuole in prima linea
Il settore più esposto resta quello scolastico. Le continue sospensioni della fornitura idrica e le chiusure improvvise dei plessi potrebbero compromettere il regolare svolgimento delle lezioni, creando problemi di igiene, sicurezza e continuità didattica. Non a caso, in una lettera inviata al ministro per la Protezione Civile Nello Musumeci, i sindaci hanno chiesto interventi immediati: autobotti dedicate, sistemi di accumulo temporanei e un piano strutturale di lungo periodo.
Parallelamente, una seconda comunicazione è stata indirizzata al presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca e all’assessore all’Istruzione Lucia Fortini, per sollecitare fondi destinati all’adeguamento delle scuole con serbatoi e autoclavi, così da garantire autonomia idrica anche nei periodi di emergenza.
Un fronte di 31 sindaci
All’appello hanno risposto i Comuni di Montefredane, Paternopoli, Santa Paolina, Summonte, San Mango sul Calore, Nusco, Torrioni, Sorbo Serpico, Solofra, Quadrelle, Castel Baronia, Capriglia Irpina, Venticano, Parolise, San Potito Ultra, Mercogliano, Montefusco, Grottolella, Candida, Vallesaccarda, Manocalzati, Petruro Irpino, Salza Irpina, Cesinali, Salza, Forino, Montemiletto, Sirignano, Mugnano del Cardinale, Pietradefusi e Aiello del Sabato.
Si tratta di un fronte ampio e compatto che esprime la voce di territori spesso dimenticati e oggi accomunati da un disagio quotidiano fatto di rubinetti a secco, serbatoi vuoti, attività produttive penalizzate e famiglie costrette a ricorrere a soluzioni di emergenza.
Le richieste al Governo
La mozione sottoscritta dai sindaci indica tre priorità: la dichiarazione dello stato di crisi idrica da parte della Regione Campania, il riconoscimento dello stato di emergenza nazionale da parte del Consiglio dei Ministri e lo stanziamento di fondi straordinari per il rifacimento delle reti idriche, insieme all’introduzione di un bonus per le famiglie destinato all’acquisto di sistemi di accumulo domestico come serbatoi, cisterne e autoclavi.
“Non si tratta più di un disagio passeggero, ma di una vera emergenza che colpisce un diritto primario come l’acqua – ha dichiarato Ciro Aquino, sindaco di Montefredane –. Le istituzioni devono intervenire con urgenza e con una visione strutturale, altrimenti il rischio è quello di condannare intere comunità a una quotidianità inaccettabile”.
Sulla stessa linea il sindaco di Quadrelle, Simone Rozza, che ha rimarcato l’urgenza di dare forza istituzionale all’appello: “È il momento di agire tutti insieme, senza divisioni. La crisi idrica non è un problema locale, ma una ferita che riguarda tutta l’Irpinia e che richiede risposte immediate”.
Ha espresso soddisfazione anche il sindaco di Mugnano del Cardinale, Alessandro Napolitano: “L’acqua è un diritto fondamentale e non possiamo accettare che le nostre comunità siano lasciate sole ad affrontare disagi quotidiani. Mugnano c’è e farà la sua parte in questa battaglia per la dignità e per il futuro dell’Irpinia”.
Una battaglia per la dignità dell’Irpinia
La crisi idrica in Irpinia, storicamente terra di sorgenti, rappresenta una contraddizione insanabile: da un lato la ricchezza naturale, dall’altro una rete colabrodo che disperde risorse e lascia i cittadini senz’acqua. Per i sindaci è una battaglia di dignità, che va oltre i confini locali e che chiama in causa direttamente Roma e Napoli.
Il messaggio è chiaro: l’Irpinia non vuole rassegnarsi a vivere nell’emergenza. Questa volta, a differenza del passato, i sindaci hanno scelto di muoversi insieme, alzando la voce in maniera corale per chiedere risposte rapide e concrete.
