CORONAVIRUS, L’amarezza dei lavoratori sanitari delle cooperative . Santacroce (cisl fp): «anche loro sono in trincea, rischiano la vita ogni giorno: chiediamo che siano rispettati»

CORONAVIRUS, Lamarezza dei lavoratori sanitari delle cooperative . Santacroce (cisl fp): «anche loro sono in trincea, rischiano la vita ogni giorno: chiediamo che siano rispettati»

«Cosa sono? Sono soltanto numeri? Di certo sono invisibili agli occhi di tutti». Il segretario generale della Cisl Fp IrpiniaSannio, Antonio Santacroce, accende i riflettori sulla condizione dei lavoratori delle cooperative impegnati a dare assistenza ai pazienti Covid-19 nel presidio ospedaliero di Ariano Irpino.
 
«Non era nostra intenzione – riflette il sindacalista – fare una simile pubblicazione, ma non possiamo più tacere: la rabbia è troppo forte. Avevamo rappresentato, nella videoconferenza Prefettizia, al direttore generale dell’Asl di Avellino, Maria Morgante, che i pazienti del Centro Minerva affetti da Covid-19 e trasferiti presso l’ospedale «Frangipane» erano assistiti con il personale delle cooperative con rapporto di lavoro di 18 ore settimanali».
 
«Parliamo di lavoratori che guadagnano circa 800 euro al mese, impegnati a supportare i sanitari che oggi rischiano la vita per tutti noi. Lavoratori sempre pronti a combattere con pochissime armi, a volte addirittura senza averne nessuna a disposizione.  Lavoratori che sentono l’amarezza di non essere considerati, che tremano quando una vita si spegne, quando i figli dicono “no, non andare” ma devono e che piangono con la paura di tornare a casa contagiati. Lavoratori riconosciuti solo su carta e per sopperire a quell’assistenza che altri non vogliono dare».
 
«Ricordiamo che le aziende ospedaliere stanno fronteggiando questa emergenza grazie anche alla loro presenza e proprio per questo motivo gli dovremmo garantire almeno uno stipendio all’altezza del rischio che quotidianamente affrontano. Non vogliamo entrare in polemica con nessuno ma chiediamo che il nostro appello sia preso in considerazione. Vanno bene gli applausi dai balconi ma il giusto riconoscimento, a chi sebbene sottopagato affronta il momento, è d’obbligo. In tal modo, in tutta questa assurda situazione che siamo costretti a vivere, ci sarebbe un poco di equità».