AVELLA. Riceviamo e pubblichiamo .TRA MOGLIE E MARITO NON METTERE IL DITO…

AVELLA. Riceviamo e pubblichiamo .TRA MOGLIE E MARITO NON METTERE IL DITO…

AVELLA. Riceviamo e pubblichiamo .TRA MOGLIE E MARITO NON METTERE IL DITO…Cari concittadini,  abbiamo appreso, dalle colonne del Corriere dell’Irpinia del 4 maggio 2013,  che il PM della Procura della Repubblica di Avellino ha chiesto, la fissazione dell’Udienza Preliminare per abuso edilizio inerente al Centro Commerciale  AVELLA. Riceviamo e pubblichiamo .TRA MOGLIE E MARITO NON METTERE IL DITO…realizzato in località Purgatorio, che si presume sia stato commesso dagli  imputati Vincenzo Biancardi, Marilena Sirignano (moglie dell’attuale Sindaco),  Carlo Buono e da altri due tecnici.  Nella fattispecie i reati contestati sono: aumento di volumetria rispetto al  progetto avanzato, ampliamento del fabbricato su particella con diversa  destinazione, mancato rispetto delle distanze e mancato nulla-osta dell’autorità di bacino in quanto Zona Rossa (NDR).  Premesso che in tema di questi reati la persona offesa è il Comune nella  figura del suo legale rappresentante, ossia il sindaco pro-tempore, siamo  sicuri che Biancardi, nell’interesse dei cittadini avellani, non esiterà a  COSTITUIRSI PARTE CIVILE in tale procedimento penale, non solo perché glielo  consente la legge ma anche perché il tema della tutela dell’ambiente è sempre  stato il suo cavallo di battaglia.  Già in passato, come Opposizione, avevamo sollevato diverse questioni inerenti  alla vertenza in oggetto e pur non essendo in grado di rilevare ciò che  spettava, di fatto, alla Procura, avevamo sottolineato che l’immobile in  oggetto era irregolare perché ricadente in zona rossa ed inoltre perché per lo  stesso non erano stati versati, se non parzialmente, gli oneri di  urbanizzazione previsti per legge.  A questo punto, sembra molto controverso l’atteggiamento dei tecnici del  Comune, i quali pur conoscendo la legge non hanno adottato nessun provvedimento  sulla licenza precedentemente rilasciata, pur sussistendone le motivazioni per  il mancato pagamento degli oneri e per la mancata verifica delle polizze di  garanzia.  Appare paradossale, in questa storia, che gli esponenti della famiglia  Biancardi, i quali si ergono a “salvatori di Avella” ripristinando ogni vent’anni (compresi quelli futuri) i conti dell’Ente (seppur prelevando i soldi  dalle tasche degli avellani), non rispetterebbero invece la legge e tantomeno  si prodigherebbero per saldare gli oneri dovuti al Comune, a differenza degli  altri cittadini che sono sempre costretti a pagare le tasse. Visto che in occasione del sequestro dell’immobile, Biancardi prese  coraggiosamente le distanze dalla moglie e dal fratello, di cui è palesemente  vittima, in questa ulteriore fase della vicenda, per quanto concerne la  battaglia legale che il Comune potrebbe intraprendere contro i presunti  trasgressori, egli potrà contare sul sostegno e sulla completa solidarietà di tutta l’Opposizione.

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