
Stefano Addeo, docente di tedesco in un istituto superiore di Cicciano, residente a Marigliano, è finito al centro delle cronache per un post sui social in cui augurava la morte alla figlia della presidente del Consiglio, Giorgia Meloni. Il messaggio, poi cancellato, evocava per la piccola Ginevra, di appena sette anni, la stessa tragica sorte di Martina Carbonaro, la ragazza di Afragola uccisa dall’ex fidanzato.
Il professore, prossimo alla pensione, ha ammesso pubblicamente il proprio errore, definendo quel messaggio “un gesto stupido, scritto d’impulso”. “Chiedo scusa per il contenuto del post: non si augura mai la morte, soprattutto a una bambina. Ma non ritiro le mie idee politiche: non mi sento rappresentato da questo governo”, ha dichiarato Addeo in un’intervista al quotidiano “Il Roma”.
Il caso ha sollevato un polverone non solo mediatico, ma anche istituzionale. Il ministero dell’Istruzione ha avviato un’indagine interna e l’Ufficio scolastico regionale procederà con un’istruttoria disciplinare: il professore rischia il licenziamento, proprio a un passo dalla pensione. “Mi rendo conto della gravità… Ma in classe non ho mai fatto politica. I miei studenti mi conoscono, mi vogliono bene. Odio ogni forma di violenza”, ha dichiarato Addeo, sottolineando il suo impegno nel volontariato e il rispetto per i valori educativi.
La vicenda ha però avuto un effetto boomerang: Addeo ha raccontato di essere stato a sua volta vittima di minacce di morte sui social e di atti intimidatori, come il lancio di pomodori contro le vetrine di casa. “Sono andato alla Polizia Postale, ho sporto denuncia”, ha spiegato, chiarendo di aver cancellato il post non per paura, ma per un’autonoma presa di coscienza dell’errore commesso.
Il ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara ha commentato: “La figura del docente è di straordinaria importanza nella formazione dei giovani, non solo nell’impartire saperi ma anche nell’educare al rispetto verso gli altri. È indispensabile che i docenti siano per primi sempre consapevoli della responsabilità e del valore sociale del loro ruolo. Non possiamo più tollerare comportamenti di singoli che sui social o in pubblico tradiscono quel decoro e quella dignità che devono caratterizzare una professione così delicata”.
Il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha espresso la sua solidarietà alla premier Meloni per le minacce ricevute dalla figlia.