NOLA, VALORI ALTI DI CLOROFORMIO NELL’ACQUA DI FALDA. ECCO I DATI

 NOLA, VALORI ALTI DI CLOROFORMIO NELL’ACQUA DI FALDA. ECCO I DATI

(Riceviamo e pubblichiamo). Con non poche difficoltà, siamo riusciti a entrare in possesso dei dati dell’Arpac sullo stato di parte della falda acquifera di Nola. In particolare, i dati a disposizione riguardano le analisi dell’acqua effettuate da novembre 2011 ad aprile 2014 nella zona dell’Ospedale Santa Maria della Pietà.

Nel rapporto di prova nr. 201106469-001 del 17 novembre 2011 con inizio prove novembre 2011 e fine maggio 2012, le sostanze fuori norma riscontrate  sono le seguenti: Alluminio, Boro, Ferro, Manganese, Nitrati e Triclorometano. Nella fattispecie i valori sono 4 volte superiori al limite previsto dalla legge per il Ferro, 8 volte per il Manganese, 5 volte per il Triclorometano (0,76 ppb), 2 volte per il Boro e 5 volte per l’Alluminio.

Se per molte di queste sostanze l’elevata concentrazione è imputabile all’origine vulcanica del nostro suolo, lo stesso non può dirsi per il Triclorometano che si conferma fuori norma anche nel 2012, 2013 e 2014. In particolar modo : 1 – nel rapporto di prova nr. 201203891 – 001 del 28 giugno 2012 con inizio prove giugno 2012 e fine marzo 2014, il valore è 0,4 ppb ossia 3 volte oltre il limite ;

2 – nel rapporto di prova nr. 201206654 – 001 del 7 novembre 2012 con inizio prove novembre 2012 e fine febbraio 2014, il valore è 0,3 ppb quindi 2 volte oltre il limite;

3 – infine nel rapporto di prova più recente, il nr. 20130008580 – 001 del 7 novembre 2013 con inizio prove novembre 2013 e fine aprile 2014, la presenza di Triclorometano ritorna di nuovo simile a quella del 2011 con un valore quasi 5 volte fuori norma, pari a 0,72 ppb.

 Comunemente detto Cloroformio, il Triclorometano è una sostanza chimica prodotta dall’uomo e utilizzata in passato come anestetico inalatorio o come solvente in particolari processi chimici o industriali. Valori fuori norma del genere per il cloroformio sono imputabili a fattori antropici: ad esempio clorurazione (immissioni di cloro nell’acqua per purificarla) oppure sversamenti di rifiuti a monte della falda. Un aumento esponenziale di cloroformio è riscontrabile nelle falde acquifere in prossimità di discariche o sversamenti abusivi.

Il Comune di Nola – insieme alla Regione Campania, la Provincia di Napoli e l’ASL NA 3 – è al corrente della situazione da aprile 2014, ma ad oggi non ci risulta che siano stati presi dei provvedimenti a riguardo. Non sono state indagate né le cause, né le fonti di tali anomalie.

Pertanto auspichiamo non soltanto che le istituzioni interessate si muovano immediatamente e con concretezza per affrontare tale situazione e risolverla indagando sulle cause dei valori fuori norma. Ma ci aspettiamo anche un impegno serio dall’amministrazione comunale e dal sindaco Biancardi, così carente negli ultimi anni per quanto concerne la lotta al biocidio, affinché l’ARPAC metta rapidamente a disposizione le analisi sugli altri pozzi della zona per avere un quadro più preciso sulla situazione idrochimica dell’area.

Ecco i dati: http://goo.gl/qRQ6QK

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