Maxi truffa, arresti in tutta Italia. 59 indagati

Maxi truffa, arresti in tutta Italia. 59 indagati

I Carabinieri del comando provinciale di Genova  hanno eseguito in tutta Italia un’ordinanza di custodia cautelare, emessa dalla Procura di Napoli, nei confronti di 59 persone. Coinvolti i militari delle città di Napoli, Salerno, Varese, Venezia, Roma, Frosinone, Latina, Milano, Brescia, Lodi, Novara, Avellino e Pordenone. Sono 46 le custodie cautelari in carcere e 13 in regime di arresti domiciliari.

Sono fortemente indiziate di associazione per delinquere finalizzata alla commissione di truffe, falsificazione assegni e riciclaggio nell’ambito di tre sodalizi criminali. Tra gli ulteriori reati contestati: falsità in titoli di credito e possesso di documenti di identificazione falsi, sostituzione di persona, intercettazione e impedimento illecito delle comunicazioni telefoniche, irregolarità nella ricezione e stoccaggio finalizzata alla sottrazione dell’accertamento o al pagamento dell’accisa sugli oli minerali, riciclaggio e autoriciclaggio. Dalle indagini sono emerse 70 truffe, sono in corso sequestri di beni e società per circa 3 milioni di euro.

Base direttiva e logistica a Napoli per la prima delle tre associazioni per delinquere, con ramificazioni in Lombardia e Friuli Venezia Giulia, agiva nell’ambito delle compravendite on-line di autovetture di pregio utilizzando quattro batterie operative. Dopo alcuni contatti telefonici ai truffatori subentravano altri complici  che sotto false identità concludevano di persona le trattative consegnando agli inserzionisti assegni circolari falsi emessi da un inesistente ufficio postale creato allo scopo dall’organizzazione, che ne faceva comparire, tramite finte pagine web, i riferimenti sui principali motori di ricerca.

Tra gli indagati anche dipendenti delle poste che, tramite indebiti accessi agli archivi informatici dell’ente, fornivano i nominativi di persone molto anziane o emigrate da tempo all’estero che risultavano titolari di buoni fruttiferi in lunga giacenza o emittenti vaglia postali d’ingente valore. I buoni e i vaglia venivano successivamente clonati e incassati con l’aiuto degli stessi impiegati da sodali o soggetti compiacenti, sostituitisi ai legittimi titolari utilizzando documenti falsi.