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Una trappola studiata, rapida, violenta. Sull’Asse Mediano, all’altezza dell’uscita Ischitella-Castel Volturno, un giovane fotografo di 32 anni è caduto nelle mani di una banda di cinque uomini, che lo hanno colpito e derubato con modalità degne di un commando.
La dinamica segue lo schema classico delle rapine d’assalto: un rumore improvviso contro l’auto della vittima, il dubbio che sia un urto, forse un sasso. Pochi secondi dopo, l’arrivo della prima vettura un’Alfa Romeo Tonale che blocca la carreggiata. Dal mezzo scendono due uomini, decisi, aggressivi. Il fotografo non ha tempo di reagire. Alle sue spalle spunta una Fiat Panda, con a bordo altri tre complici: il cerchio si chiude.
La vittima è costretta a uscire dalla sua Ford Ka. Viene subito sopraffatta: pugni, schiaffi, strattoni. Mentre l’uomo cerca di proteggersi, la banda si muove con precisione: dall’abitacolo spariscono fotocamere professionali, teleobiettivi, un computer portatile. Attrezzatura per un valore di circa 20mila euro, insieme a uno smartphone e a un monile in oro.
Il colpo dura pochi istanti. I cinque risalgono sui due veicoli e spariscono nella notte, lasciando il giovane a terra, ferito e sotto choc.
Il 32enne, rientrato poco prima da una giornata di lavoro al CIS di Nola, ha trovato la forza di raggiungere i carabinieri di Castel Volturno per sporgere denuncia. Le indagini sono in corso: i militari stanno ricostruendo gli spostamenti dei due veicoli e analizzando le telecamere di sorveglianza della zona.
Intanto, la comunità professionale si è stretta intorno al fotografo. Colleghi e amici hanno già lanciato una campagna di crowdfunding per aiutarlo a ricomprare il materiale rubato, indispensabile per il suo lavoro.
L’episodio riaccende i riflettori sull’emergenza rapine lungo l’Asse Mediano e sulla Domiziana: arterie strategiche per i collegamenti, ma sempre più spesso terreno di caccia per bande organizzate.
