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Gaetano Masucci non è soltanto un calciatore. Per Pisa è un simbolo, un volto familiare, un uomo che in campo ha sempre rappresentato qualcosa di più della semplice maglia nerazzurra. Classe, sacrificio, umiltà: tre parole che tornano spesso quando il numero 26 parla di sé, della sua carriera e di quegli anni all’Arena Garibaldi che lo hanno reso una vera bandiera.
«Pisa è stata una scelta del cuore», racconta Masucci, ripercorrendo un legame nato quasi in punta di piedi e diventato poi una storia di affetto reciproco. «Qui ho trovato una città speciale, una tifoseria che vive il calcio con un’intensità unica e un gruppo che è diventato famiglia. Ogni partita, ogni minuto giocato per questi colori ha rappresentato un privilegio».
Arrivato con l’esperienza del professionista maturo, Masucci ha conquistato tutti non solo con i gol pesanti e la sua versatilità tattica, ma soprattutto con l’esempio quotidiano: la corsa instancabile, l’atteggiamento da leader silenzioso, la capacità di trascinare senza bisogno di alzare la voce.
«Ho sempre creduto nel lavoro, nella continuità, nella serietà. Sono valori che non passano di moda e che nello sport fanno ancora la differenza», spiega. Una filosofia che ha portato in campo ogni volta, insieme a quella genuinità che appartiene alle sue radici. Perché, se Pisa lo ha adottato e amato come uno di famiglia, c’è un’altra terra che da sempre lo considera un orgoglio: Baiano e Quadrelle.
Per chi viene da quei paesi, Masucci non è soltanto un ex attaccante di valore, ma «un ragazzo del nostro mandamento», un figlio della comunità cresciuto con principi solidi, serietà e bontà d’animo. L’esempio di chi ha fatto strada senza perdere il senso delle proprie origini. «E quando senti lo stadio che urla il tuo nome, capisci che tutto il sacrificio ha un senso», aggiunge, quasi a racchiudere tutto ciò che la sua carriera rappresenta.
Il 27 dicembre Gaetano è tra i premiati di BiNews 2025.
