Baiano. Verso i festeggiamenti patronali. La Chiesa… in strada e l’omaggio a Stefano, il Santo Levita

Baiano.  Verso i festeggiamenti patronali.  La Chiesa… in strada e l’omaggio a Stefano, il Santo Levita

Baiano.  Verso i festeggiamenti patronali.  La Chiesa… in strada e l’omaggio a Stefano, il Santo Levitadi Gianni Amodeo

 

Un altare in strada, allestito con pochi e rapidi tocchi, all’insegna della semplicità con la  bianca tovaglia distesa sulla Mensa eucaristica, a far mostra di sé nell’ iconica intensità del puro e forte candore, con cui si dispiegano la fede e linteriore spiritualità.

E’ il paradigma di Chiesa, intesa quale istituzione religiosa, che, nel veicolare e diffondere i valori e  le idealità del Vangelo, non ha rèmore né esita ad uscire … da quello spazio fisico- ambientale ed architettonico, che connota e concorre a identificare la storia civile nel locale contesto di riferimento, quale che siano le dimensioni e le peculiarità di maggiore o minore valenza estetizzante. Una scelta mirata e voluta, per  incontrare i quartieri della mappa ideale, rappresentativa della vita dell’intera comunità cittadina. Un incontro speciale, nato quasi per caso, ma reso concreto dall’attiva e coinvolgente partecipazione delle famiglie, per tradursi in cinque sobri appuntamenti di Festa di quartiere, con il rito dell’ Eucarestia, officiato da don Fiorelmo Cennamo, il parroco della comunità. Una sequenza di eventi, in stretta correlazione con i Festeggiamenti in onore di Santo Stefano, patrono della comunità e protomartire della cristianità, in agenda l’1 e il 2 agosto, indetti ed organizzati dall’omonima Associazione di promozione sociale. Un itinerario propedeutico e di preparazione per la due   giorni agostana, con lo start , in via San Giacomo,  venerdì, 25 luglio, e l’epilogo nella  serata di ieri, in  piazza Paolo Borsellino. E tappe intermedie in via Luigi Napolitano, nelle vicinanze dell’Istituto comprensivo Giovanni XXIIIGiuseppe Parini, in via Raffaele Vivianivia Malta, in via Verdivia Lippiello.

Baiano.  Verso i festeggiamenti patronali.  La Chiesa… in strada e l’omaggio a Stefano, il Santo LevitaE’  stata unesperienza– afferma don Fiorelmo Cennamo -, di sicuro interesse civile e altamente positiva per il respiro sociale e per lo spirito, con cui è stata intesa e soprattutto vissuta. Una partecipazione di compostezza e di condivisione, con spiccato senso dellimportanza delle relazioni interpersonali, da coltivare e ravvivare  con quella generosa e costruttiva solidarietà, per la quale lamore per il prossimo, in particolare per i più deboli e fragili, è fonte di vita”. Uno start, tutt’altro che casuale, ma simbolicamente espressivo, avviato, in via  San Giacomo, nel cuore dei Vesuni, il primigenio nucleo dell’insediamento abitativo della locale comunità, dopo il Mille. Un intrigante e piacevole approccio  alla ricerca delle trame di vita vissuta proprio nei Vesuni, incrociando e rendendo complementari i significati e significanti che permeano di sé la declamazione di  vivide pagine di narrativa e poesia, ascoltate in raccolto e meditato silenzio.  Un incastro eloquente nel racconto, con cui Stefanina Belloisi rivisitava, con la  briosa espressività che le è propria, il … mondo di Francescaa Ricciulella, donna di lavoro per una vita dedicata all’ arte del ricamo, ma anche e sopratttutto autentico personaggiosimbolo  del quartiere, della cui memoria collettiva è anche arguta e attenta depositaria.

E il profilo di Francescaa Ricciulella, intenta nel lavoro ch’ è stato tutta la sua vita -… arrecamava \ ‘o corredo pee spose: tuvaglie, cammise, lenzole: sabbracciavao telaretto\ tuttee juorne,\ passannea vitasenza penzaa llammore ….,- prendeva anima e forma nel plastico realismo dei versi di Paola Miele. Un’essenzialità di perspicace racconto che turba e  commuove, da quando larte del ricamo non appartiene più all’esistenza e al pensiero creativo di Francescaa Ricciulella, perché … Troppo  tiempo a faticà,\   luocchie nun ne vonno sapé cchiu … e  ora Francesca va ripetendo a se stessa, come per una triste resa al destino  …  “Ah chilluocchie, chilluocchie:\ era meglioo recama”.

Baiano.  Verso i festeggiamenti patronali.  La Chiesa… in strada e l’omaggio a Stefano, il Santo LevitaUn quadro di donna, quello di Francescaa Ricciulella,  a cui Paola Miele affiancava  quello con cui pennella   ‘A putecae Filomena. E’ la secolare bottega di generi alimentari e tanto … altro ancora, secondo il classico modello della prossimità solidale nella vita dell’intero quartiere, che per anni ha gestito ‘a Pullera. Una gestione, che, per cambio generazionale e famigliare,  ora è proprio affidato alle mani e all’intuizione  ‘e Filomena, che sta al passo con i tempi e con le esigenze della clientela … come per dire  della modernità. E così  la vicenda della storica bottega – ‘ a puteca, per antonomasia, da non confondere  con un comune e impersonale super mercato e, meno che meno, con un mega store all’americana-, continua con Filomena … Una storia, come quella  che  fa da compendio dell’intero quartiere, di cui è emblema la Chiesetta, dedicata al culto di San Giacomo. Un emblema, che Paola Miele rivisitava, per coglierne la dimensione della religiosità popolare che vive nella Chiesetta, focalizzando l’appellativo – ‘ o Tuono– che identifica il Santo– fratello di San Giovanni lEvangelista-. per alludere al temperamento impetuoso, con cui sosteneva e affermava le sue idee e visioni.

Baiano.  Verso i festeggiamenti patronali.  La Chiesa… in strada e l’omaggio a Stefano, il Santo LevitaUn trittico, quello delle letture  di Paola Miele, che, nel contemplare il caleidoscopio dei Vesuni, s’integrava e arricchiva con la declamazione di Carmine Montella, nel fissare le mille sfumature e pieghe dei Vesuni, con le su molteplici testimonianze di civiltà e cultura contadina, innestate nel contesto abitativo- residenziale, con una lunga galleria di persone e personaggi che hanno costituito la storia del quartiere, un patrimonio di memoria pubblica. Un bel percorso … in versi, sviluppato nella composizione Tra le case della mia infanzia e percorrendo l’assetto di case e palazzi che si affacciano- o si affacciavano ancora fino agli eventi sismici del novembre dell’ ‘80 e del febbraio dell’ ’81-, sul tortuoso selciato di pietra vulcanica di Via Nicola Litto  che si sgomitola per l’intero quartiere, con varchi d’ingresso e uscita dalla Circumvallazione della 7-bis ,  via Santi Apostoli, via Malta, via Libertà.

Un revival poetico letterario encomiabile per l’animazione sociale generata nelle cinque Feste di quartiere, con il sigillo di sonorità e canzoni in tema, in virtù delle performance di Franco e Stefania Acierno, padre e  figlia  con tanto amore per la musica. E Stefania, voce di bel timbro e talento, è alla vigilia della conclusione degli studi nel Conservatorio Domenico Cimarosa, di Avellino. Un sigillo, improntato in ogni performance serale dalla canzone ‘ Stefanì, l’ Inno del Maio, composto da Agostino Masi, con musica di Michele Maiella.

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