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Pietradefusi (Avellino) – Cinquecento bollette della Tari spedite, cinquecento bollette sparite. È l’ennesimo paradosso della burocrazia italiana che in Irpinia si è trasformato in una piccola commedia (amara) di paese.
Tutto è iniziato il 12 agosto, quando il Comune di Pietradefusi ha affidato alle Poste gli avvisi di pagamento della tassa sui rifiuti. Risultato? Quasi tutte le cartelle sono tornate indietro con un timbro impietoso: “irreperibile”, “sconosciuto”. Non solo per cittadini anonimi, ma perfino per il sindaco Nino Musto, alcuni consiglieri, il parroco e diversi professionisti del centro. Come se l’intero paese fosse sparito dalla mappa.
La vicenda, che ha sollevato più di un sorriso ma anche tanta rabbia, è ora oggetto di un’indagine interna dopo l’esposto presentato dal primo cittadino alle Poste. Nel frattempo, il pasticcio ha avuto una conseguenza surreale: i contribuenti si sono ritrovati con le sanzioni per ritardato pagamento già scattate. Penalità che, assicura il Comune, saranno annullate perché la colpa non è certo degli utenti.
Per evitare nuovi disguidi, l’amministrazione ha scelto la strada più diretta: sindaco e consiglieri con le cartelle sotto braccio, casa per casa. Una scena quasi d’altri tempi, che restituisce l’immagine di amministratori trasformati in postini per necessità, con l’obiettivo di garantire che ogni cittadino riceva in mano il proprio avviso.
Una toppa improvvisata, certo. Ma anche l’ennesimo segnale di come, nelle pieghe del sistema, siano i piccoli Comuni a dover inventarsi soluzioni straordinarie per rimediare a disservizi ordinari.
