NOLA. Da Palazzo Santo Spirito al Museo storico – archeologico del territorio Itinerari speciali per le belle simbologie della cartapesta, in città. Le performance di Cettina Prezioso e l’Albero di Natale con Eva e Maria

NOLA. Da Palazzo Santo Spirito al Museo storico   archeologico del territorio Itinerari speciali per le belle simbologie della cartapesta, in città. Le performance di Cettina Prezioso e l’Albero di Natale con  Eva e Maria

di Gianni Amodeo 

            Una spiccata passione per i linguaggi dell’arte dei Gigli, i mirabili pinnacoli  della Festa eterna, che identifica e simboleggia Nola, dov’è nata in una famiglia con profonde radici nel tessuto sociale e culturale della città. Una passione  curata con dedizione costante, attingendo gli apici del bel gusto e del bon ton sempre più raffinati per la varietà e la pienezza delle modalità di racconto e della tecnica espressiva venuta sviluppandosi nel corso degli anni, prima da studentessa e poi come madre, con una figlia e due figli impegnati nell’esercizio di importanti professioni, e, al contempo, operosa docente , ora in pensione, di Educazione fisica in teoria e nelle palestre dei Licei e degli Istituti statali d’Istruzione superiore; un impegno, quello del lavoro didattico, spesso affiancato dall’attiva partecipazione a tante iniziative  formative extra curriculari, soprattutto  sui versanti dell’animazione teatrale nello storico  Masullo – Theti, con rappresentazioni accolte e salutate da gratificanti riscontri di consenso  nelle rassegne studentesche dedicate nell’ambito regionale della Campania.  E’ la passione che Cettina Prezioso vive con inalterata verve da sempre  all’insegna della lavorazione e manipolazione della cartapesta, il caratteristico materiale  generato con il paziente trattamento del ri-ciclo e ri-uso di carta e derivati, dando forma e corpo, in virtù dell’esperto e sapiente  dosaggio di colla e colori, ad eclettiche pregevoli composizioni scultoree, estrose simbologie ed eleganti figurazioni, con cui si rende onore e omaggio all’artigianato, facendo cogliere nell’immediatezza della percezione visiva il gusto del bello e dell’arte.

Il suo è un mondo estetizzante, calato nella realtà di Avella,  il cui centro di gravità è ancorato nel  Laboratorio d’arte dell’Associazione “Le ali per la vita”, presieduta da Anna Napolitano che dell’artigiana e artista è anche la diretta e preziosa collaboratrice; un mondo tutto- suo e personalizzato, per Cettina Prezioso, mentre il  Laboratorio, su cui  sovraintende, di frequente si trasforma e dirama  in periodici Laboratori istituzionali e scolastici itineranti sul territorio con efficiente flessibilità logistica ed organizzativa, per promuovere e diffondere tra le giovani generazioni la buona pratica del  confezionare la cartapesta, manipolandola nella sua essenzialità, per renderla veicolo di belle forme. E, a darne eloquente e significativa dimostrazione, nella piena osservanza delle norme di vigilanza sanitaria anti coronavirus, sono le recenti esperienze di Laboratorio e Mostre ben partecipate – grazie anche al coinvolgimento delle famiglie- compiute a giugno scorso nel Museo storico archeologico del territorio e, appena qualche settimana fa, nel plesso della Scuola media dellIstituto comprensivo BrunoFiore. Un percorso di considerevole interesse e portata sociale, specie nei difficili e complicati tempi del Covid19, perdurando la sospensione della Festa dei Gigli per le edizioni del 2019, 2020 e 2021.

Salvare l’arte dei Maestri cartapestai

            Nella sua singolarità si tratta di un’operazione di alto interesse sociale e culturale, che in città concorre con altre ed analoghe iniziative-, tra cui quella di “Cartapestiamo” che fa capo all’associazione Musa-, a non far disperdere e smarrire nell’abbandono generazionale il senso della realtà artigianale  costituita dalle Botteghe dei Maestri cartapestai, elementi-cardine della Festa dei Gigli, che, al di là  delle valenze della spiritualità e della devozione religiosa, ha una rilevante  ricaduta economica per la città, nell’interazione di vari settori e comparti di lavoro specialistico. E si va, tanto per semplificare, da quello delle progettualità degli Studi di architettura per l’allestimento a tema delle macchine scenografiche da Festa a quello della cantierizzazione  delle postazioni riservate all’allestimento delle stesse macchine, coinvolgendo carpentieri e falegnami, da quello della ristorazione con enogastronomia di qualità a quello della ricettività alberghiera e via proseguendo in eventi, manifestazioni e spettacoli di vario genere per un’animazione che dura l’intero anno.

            Sono  tasselli, quelli rappresentati, che aiutano ad inquadrare quale sia il livello della ricca e variegata produzione di composizioni artigianali ed artistiche, che Cettina Prezioso realizza nell’utilizzo della cartapesta, per proporle in esposizioni e rassegne culturali in eventi e manifestazioni pubbliche. Una produzione articolata veleggiando tra i più disparati temi e le più complesse simbologie anche di profilo mitico, con le dominanti costituite da elementi naturalistici e floreali, esprimendo particolare predilezione per la  rappresentazione degli alberi in multiformi stilizzazioni, anime parlanti della natura.

 Un saggio si può osservare ed ammirare a Palazzo Santo Spirito, in via Merliano, nella rassegna, realizzata e curata nei dettagli dal Centro di documentazione visiva della Festa dei Gigli – una sorta di Grande enciclopedia aperta  en plein air  che narra la storia della Festa eterna e della sua evoluzione negli annali soprattutto della fine dell’ 800 e risalendo l’intero ‘900 sino ai nostri giorni- presieduto e animato da Antonio Napolitano. E’ l’affermazione dell’arte della cartapesta che imita la natura con l’impronta dell’umana soggettività per il bello, dato appunto dal linguaggio del rivestimento in cartapesta, che ricopre e conferisce stile al complicato scheletro del pinnacolo ligneo che ricopre e che si staglia fino a 25 metri d’altezza.

Le seduzioni del Paradiso terrestre e la spiritualità di Maria

L’ essenzialità e il vigore dell’elemento naturalistico,  quasi in fusione con il gusto e la raffinatezza dellarte della cartapesta, si possono, invece, ammirare nell’Albero di Natale che fa mostra di sé nell’ampio ed accogliente Auditorium del Museo storicoarcheologico del territorio, in via Senatore Cocozza. E’ un Albero al naturale, alto circa tre metri, e, nello stesso tempo, anche … angelicato, donato  all’interessante Presidio museale, tra i più attraenti e visitati della Campania, diretto dall’architetto  Giacomo  Franzese; dono concesso dalla sezione cittadina della Federazione italiana Donne, Arti, Professioni e Affari, quale viatico di buon augurio sia  per la ripresa delle attività sociali dopo le restrizioni imposte dal Coronavirus, sia in coincidenza con la cerimonia del cambio di testimone alla presidenza del sodalizio, dalla dott.ssa Maria Manganiello alla professoressa Annamaria Silvestro, già dirigente  del MasulloTheti.

L’ Albero al naturale proviene dal vivaio della Comunità forestale di Benevento, e si connota per l’originale addobbo ideato dalla neo-presidente Annamaria Silvestro; addobbo, realizzato da Cettina Prezioso  nel Laboratorio de Le Ali per la vita con il panneggio a cascata di puntali, luci, fiori e colori a cascata, tra cui spiccano  i profili in cartapesta  di cinque angeli, autentici annunciatori, a mo’ di omaggio all’etimologia grecizzata,  dei valori dell’umana fratellanza e solidarietà, nell’attuale contingenza attraversata dalla pandemia planetaria e in proiezione futura per un mondo che sia conciliato con se stesso. Un addobbo speciale, in cui  ”leggono” i profili di Eva atteggiata nelle forme del melo, che pervade di sé il Paradiso terrestre e le sue seduzioni, e della Nuova Eva, nella trasfigurazione di Maria, portatrice di amore, spiritualità e dignità verso tutti gli esseri umani nella visione cristiana della vita. Un tema- particolarmente presente e diffuso nella religiosità dell’Europa settentrionale-, che si presta ad una vasta gamma di riflessioni ed analisi per i valori umanizzanti, di cui è portatrice Maria, Madonna e Donna.

L’ Albero al naturale e angelicato come la Rassegna delle performance delle produzioni artistiche in cartapesta de Le Ali per la vita resteranno in esposizione fino al giorno dell’Epifania. Un’opportunità, che permette di fare conoscenza sia con i tanti tesori storico-archeologici del Museo che la Storia dei Gigli raccontata da una miriade di atti, documenti, foto e filmati, a Palazzo Santo Spirito. Dettaglio d’informazione, l’ Albero al naturale sarà messo a dimora, nell’area di pertinenza del Museo di via Senatore Cocozza, ed affidato alle cure della Fidapa e del personale della struttura, diretta dall’architetto Giacomo Franzese. E’un piccolo segnale di consapevolezza verso la funzione degli alberi, mentre si aprono percorsi della transizione ecologica, basilari per la vita dell’umanità  e a salvaguardia del pianeta-terra.

I diritti degli alberi e il gemellaggio NolaBordeaux

Un segnale, che, pur nella sua infinitesima entità, si lascia collocare  in corrispondenza con la Dichiarazione dei diritti degli alberi e alla soggettività delle foreste, votata all’unanimità dal Parlamento francese nel 2019. Ed è  Bordeaux  a figura tra le prime città ad averla recepita e fatta sua, dando impulso ad un importante programma di iniziative, per renderla concreta con nuovi parchi e giardini di verde pubblico diffuso. Così come va ricordato, che con Bordeaux, a cavallo degli anni ’90 e di quelli del nuovo secolo, Nola ha sottoscritto il Patto di gemellaggio per scambi culturali, grazie allo spirito d’iniziativa e al fattivo impegno profuso dalla dottoressa Angela Nulli, scomparsa lo scorso aprile; Patto su cui punta con iniziative di rilevante portata nel campo musicale l’amministrazione, guidata dal sindaco Gaetano Minieri, facendo proprie le proposte dell’assessore alla cultura, l’architetto Fernando Giampietro.

En passant sarà utile ricordare che Bordeaux è la città di nascita di San Paolino, che con San Felice martire condivide il patronato sulla comunità di Nola. E, prima della conversione al Cristianesimo, era stato nel III secolo dopo Cristo, governatore della Campania romanizzata.  

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