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BENEVENTO – Scoprire se stessi oltre le maschere, imparare a lasciarsi andare e riconoscere il valore delle proprie emozioni. È il cuore dell’ultimo incontro del progetto europeo GISAT – Giovani Volti all’Inclusione Sociale Attraverso il Teatro, svoltosi il 18 ottobre 2025 presso la Parrocchia San Gennaro di Benevento. Una giornata intensa che ha visto giovani e formatori confrontarsi su temi profondi e spesso difficili da affrontare: la paura di chiedere aiuto, l’incapacità di dire no, la gestione delle emozioni e il bisogno di controllo.
Gisat è un progetto che ha l’obiettivo di aiutare i giovani a superare la paura di socializzare e a ritrovare fiducia nella relazione con l’altro, viene coordinato dal dott. Paolo Meoli in collaborazione con l’associazione DOT. APS composta da sei professionisti con lo scopo di creare uno spazio di ascolto per i giovani dove potersi esprimere liberamente, riunire e progettare il futuro con il collectif 36, l’Old New Method APS e Cesvolab.
La paura di lasciarsi andare e il peso del controllo
Nel corso dell’incontro si è discusso delle difficoltà tipiche dell’età giovanile – ma non solo – legate all’insicurezza, alla timidezza, alla bassa autostima e al timore di affidarsi agli altri. Paure che spesso si traducono in un bisogno eccessivo di controllo su sé stessi, sugli altri e sugli eventi, generando ansia e stress. A livello relazionale, è emerso come il timore di essere feriti o traditi possa portare a evitare qualsiasi coinvolgimento affettivo.
«Spesso adottiamo un approccio troppo cerebrale che schiaccia le emozioni – è stato sottolineato durante il confronto – perdendo così la spontaneità e la capacità di accogliere ciò che la vita ci presenta».
Imparare a lasciarsi andare, dunque, significa adottare un atteggiamento più aperto e flessibile, accettando l’imprevedibilità dell’esistenza.
Il teatro come laboratorio di fiducia
A guidare i partecipanti in questa direzione è stata la docente di teatro Viviana Altieri, che ha proposto il classico esercizio del “lasciarsi cadere all’indietro a occhi chiusi”, metafora efficace del rapporto tra fiducia e supporto.
L’attività ha offerto spunti significativi: il gesto di affidarsi totalmente a un’altra persona richiama il legame tra psicologo e paziente, il bisogno di sentirsi sostenuti e la paura del giudizio spesso associata alla richiesta di aiuto in campo psicologico.
Quando il peso emotivo è troppo grande per essere sostenuto da una sola persona, entra in gioco il valore del gruppo, capace di creare una rete di cura e inclusione attraverso ascolto autentico, presenza reciproca e relazioni pensate. «Il lasciarsi andare – è stato evidenziato – diventa possibile solo quando ci si sente davvero al sicuro».
GISAT: un ponte tra psicologia e teatro per promuovere inclusione
Il progetto GISAT, rivolto ai giovani del territorio, offre un contesto protetto in cui pensieri ed emozioni possono essere accolti e trasformati attraverso le pratiche teatrali. Un approccio che trova supporto nella letteratura scientifica: come ricordano Cagna e collaboratori (2010), il teatro «è luogo di incontro, scoperta e ricerca, favorisce l’analisi del particolare, il riconoscimento delle emozioni e promuove protagonismo e inclusione».
Nel teatro, infatti, diventa possibile essere “altro da sé pur rimanendo se stessi”, imparare a guardare le differenze non come motivo di isolamento ma come opportunità di ricchezza relazionale.
Prossimo appuntamento il 6 dicembre
La comunità è invitata al prossimo evento del progetto, in programma il 6 dicembre 2025 alle ore 14:00 presso il Teatro San Gennaro di Benevento. Sarà un’esperienza coinvolgente in cui i partecipanti potranno scoprire, tramite attività teatrali, il valore sociale del palcoscenico come luogo di incontro, sperimentazione e condivisione.
Un intreccio di anime e storie che, quando si incontrano, trasformano il teatro in un laboratorio di umanità e crescita personale.
