
![]()
Avella è un comune campano di circa 7 450 abitanti, noto per la coltivazione della nocciola e situato in una conca dell’Appennino Campano ai piedi dei monti del Partenio. Proprio questa collocazione montana, ricca di vegetazione e ruscelli, ha pesato nella recente decisione del consiglio comunale.
Durante la seduta ordinaria convocata per il 2 dicembre 2025, l’amministrazione aveva all’ordine del giorno la richiesta di permesso di costruire in deroga per un fabbricato da adibire a casa‑albergo per anziani nella località di San Cataldo, frazione collinare del territorio. La proposta prevedeva la realizzazione di una struttura residenziale per anziani con servizi alberghieri, capace di ospitare decine e decine di persone e offrire assistenza sanitaria e ricreativa.
Secondo quanto riferito dal sindaco durante la seduta, la maggioranza ha respinto l’istanza. La decisione è stata motivata con l’elevato impatto ambientale che una struttura così grande avrebbe avuto in un’area paesaggisticamente delicata. L’intervento si sarebbe sviluppato in zona agricola, vicino a coltivazioni di noccioleti e agli accessi ai sentieri che conducono verso i monti circostanti.
Il sindaco ha spiegato che la variante urbanistica necessaria comportava “un consumo di suolo non giustificato”, sottolineando l’importanza di preservare il patrimonio naturalistico che circonda Avella. A sostegno di questa linea si è schierata anche Legambiente: l’associazione, i che nei giorni precedenti, aveva espresso il proprio dissenso, giudicando l’opera sproporzionata rispetto al contesto. Il parere negativo di Legambiente è stato richiamato più volte dal sindaco durante il consiglio, svoltasi alle 12:30 presso la sala consiliare. Sarebbero stati abbattutti circa 100 lecci secolari cosa che avrebbe stravolto lo scenario ambientale.
La scelta ha diviso l’opinione pubblica: da un lato i fautori del progetto, che intravedevano la possibilità di creare nuovi posti di lavoro e servizi per la popolazione anziana; dall’altro i cittadini e i gruppi ambientalisti che temevano una cementificazione eccessiva. La minoranza con il suo capogruppo Chiara Cacace si sono astenuti, così come fatto in passato in questi casi, purche la decisione di oggi venga rispettata anche in caso di nuove licenze in derogarichieste sul territorio.
Il sindaco ha ribadito che fino a quando sarà lui il primo cittadino licenze del genere non saranno mai rilasciate.
Il consiglio si è chiuso con una dichiarazione politica di particolare rilievo da parte di Chiara Cacace:
«Da quattro anni siedo tra i banchi dell’opposizione, spesso da sola, ma sempre con la stessa convinzione: la politica è un impegno serio, non un luogo dove ci si mette per convenienza o per apparire. Ho fatto scelte difficili, a volte non condivise neppure con i miei collaboratori, ma sempre nel rispetto dell’essere umano e della mia coscienza.
Il mio ruolo non è mai stato quello di “esserci tanto per esserci”, ma quello di controllare, studiare e comprendere ogni atto amministrativo. Conosco ogni delibera, ogni numero di bilancio, ogni somma urgenza pubblicata. Questo è il modo in cui interpreto la responsabilità che i cittadini mi hanno affidato.
L’opposizione oggi è composta da poche persone, ma di qualità: Fatima Maietta, sempre presente nonostante il suo lavoro da docente, e Michele Salapete, di cui però attendo chiarezza politica dopo alcune dichiarazioni di tempo fa. Essere in pochi non significa essere soli. Io resto in pace con la mia coscienza perché non cambio posizione a seconda delle circostanze: seguo una sola linea, quella del mio pensiero e del rispetto delle istituzioni.
A chi guarda alla politica con interesse o desiderio di partecipazione, dico questo: il nostro dovere è dare un segnale alle future generazioni. La politica deve tornare a essere impegno, competenza, coraggio. Non un posto dove si cerca il potere, ma un luogo dove si serve la comunità.
Chi si candida, lo faccia con trasparenza. Chi ricopre un ruolo pubblico, lo eserciti con dignità. Perché la politica è una cosa seria, e io continuerò a viverla così, ogni giorno, senza timore di dire ciò che penso.»







