“ACCADDE OGGI”. 17 ottobre 1931: Al Capone condannato per evasione fiscale — la caduta del re dei gangster

ACCADDE OGGI. 17 ottobre 1931: Al Capone condannato per evasione fiscale — la caduta del re dei gangster

Il boss di Chicago, simbolo del proibizionismo e del crimine organizzato, viene arrestato non per omicidi o traffici, ma per tasse non pagate.

CHICAGO (USA) — È il 17 ottobre 1931 quando la giustizia americana scrive una delle pagine più celebri della storia criminale del Novecento: Alphonse “Al” Capone, il gangster più potente e temuto d’America, viene condannato a 11 anni di carcere per evasione fiscale.
L’uomo che per anni aveva dominato il mondo del contrabbando di alcolici, della prostituzione e del gioco d’azzardo durante il proibizionismo, cade per un reato all’apparenza minore: non aver pagato le tasse.

La caduta del “Boss di Chicago”

Capone, soprannominato Scarface per una cicatrice sul volto, era riuscito a costruire un impero criminale da milioni di dollari, corrompendo funzionari pubblici, controllando interi quartieri e trasformando Chicago in un laboratorio del crimine organizzato.
Tuttavia, nonostante anni di indagini, le autorità non erano mai riuscite a incastrarlo per i suoi numerosi crimini violenti, tra cui il tristemente noto massacro di San Valentino del 1929, in cui sette membri di una banda rivale furono uccisi a colpi di mitra.

L’FBI e l’Ufficio delle Entrate decisero così di cambiare strategia: invece di inseguire prove di omicidio o contrabbando, puntarono sui conti bancari e i registri fiscali del boss.
L’agente del Tesoro Eliot Ness, con la sua squadra di “Intoccabili”, riuscì a raccogliere le prove necessarie per dimostrare che Capone non aveva dichiarato i suoi guadagni illegali.

Il processo e la sentenza

Il processo si aprì a Chicago nel 1931 tra un clamore mediatico senza precedenti. Capone, inizialmente sicuro di poter corrompere la giuria come aveva fatto in passato, si trovò di fronte a un tribunale determinato a fare giustizia.
Il giudice James Wilkerson fece sostituire in extremis l’intera giuria per evitare pressioni e minacce.

Il verdetto fu storico: colpevole di evasione fiscale su più di 250.000 dollari di redditi non dichiarati.
La pena: 11 anni di prigione federale, una multa di 50.000 dollari e il pagamento di 30.000 dollari di spese processuali.

Da re del crimine a prigioniero

Dopo un breve periodo nel carcere di Atlanta, Capone fu trasferito nel penitenziario di massima sicurezza di Alcatraz, al largo di San Francisco, dove la sua salute mentale e fisica peggiorò rapidamente a causa della sifilide.
Fu rilasciato nel 1939 per motivi medici e morì nel 1947, ritiratosi nella sua villa in Florida, lontano dai riflettori.

L’eredità di un’epoca

La condanna di Al Capone segnò una svolta nella lotta americana contro il crimine organizzato.
Dimostrò che anche i più potenti potevano essere fermati e che, a volte, la legge vince non con le pistole, ma con i conti.
Un evento che rimane nella memoria collettiva come il simbolo della vittoria dello Stato di diritto su uno dei più celebri fuorilegge del XX secolo.