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E’ una fase delicata quella che sta attraversando il gioco pubblico in Italia. Secondo Geronimo Cardia, dell’associazione Acadi, ed Emmanuele Cangianelli, di Egp-Fipe, il comparto rischia di perdere ancora 300 milioni di euro di gettito nel 2025, a causa delle restrizioni locali e della progressiva fuga dei giocatori verso canali alternativi, legali e illegali. Una dinamica che indebolisce il presidio dello Stato e riduce le entrate per la collettività.
Ma analizziamo i dati raccolti da Giochidislots in un report sullo stato di salute del settore Awp-Vlt. La crisi si riflette soprattutto sul Prelievo erariale unico, l’imposta sulle slot Awp e le videolottery Vlt, dove dal 2019 a oggi lo Stato ha perso oltre 1,5 miliardi di euro. Nel solo 2024 la contrazione è stata di 260 milioni, con ulteriori 300 milioni stimati per quest’anno. Eppure, nonostante questo, i bilanci statali continuano a prevedere introiti ottimistici, in contrasto con i dati aggiornati dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli.
Ma quali sono i motivi della crisi del comparto fisico? Come spiega ancora il focus di Giochidislots, le cause sono molteplici: in primo luogo, l’aumento delle aliquote fiscali, più che raddoppiate negli ultimi dieci anni, ha ridotto l’attrattiva degli apparecchi, poi anche il payout è sceso, passando dal 75% al 65% sulle Awp, spingendo molti giocatori verso slot online o piattaforme non autorizzate, dove i ritorni sono più alti. A ciò si sommano costi operativi elevati e vincoli imposti da normative regionali e comunali: limitazioni che colpiscono la rete terrestre, ma che non incidono su altri prodotti legali né sull’online, spesso privo di controlli territoriali.
In tutto questo, qual è la situazione della nostra regione? Nel 2023 l’Umbria ha confermato la sua presenza nel panorama nazionale del gioco pubblico, anche nella componente online. A dirlo sono i numeri del Libro Blu dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, che spiegano come la regione conti 604 punti vendita per i giochi numerici a totalizzatore, 86 operatori per il gioco ippico e 117 per le scommesse sportive, oltre a 569 ricevitorie per il Lotto e 1.054 per le lotterie. Un dato che evidenzia una rete distributiva diffusa, a cui si affianca una crescente propensione verso il gioco a distanza.
A livello nazionale, infatti, il 2023 ha visto un incremento del 12,95% del gioco online, con una forte crescita degli skill games (+12,77%) e del gioco a base sportiva (+14,59%), che rappresentano rispettivamente il 78,08% e il 17,11% della raccolta online. Anche in Umbria queste tendenze si riflettono, soprattutto tra i giovani: la fascia 18-24 anni è quella che ha aperto più nuovi conti di gioco, mentre i 25-34 anni rappresentano la quota maggiore di conti attivi.
Se questa è la situazione, regionale e nazionale, come si fa a far ripartire il settore terrestre? Cardia e Cangianelli propongono di riequilibrare l’offerta aumentando il payout minimo e introducendo incentivi fiscali per chi aggiorna tecnologicamente gli apparecchi. Una misura che, a loro avviso, potrebbe ampliare la raccolta legale e generare un gettito maggiore, utile anche per finanziare la lotta alle dipendenze. Ma il rilancio del gambling legale non è solo una questione economica: una rete regolamentata garantisce legalità, sicurezza e tutela della salute pubblica, limitando lo spazio di manovra del gioco illegale. Per questo è sempre pià urgente una riforma strutturale che non lasci il comparto fisico indietro.
