Il caffè, viaggio di un chicco che diventa rito universale: 1 ottobre, Giornata internazionale del caffè

Il caffè, viaggio di un chicco che diventa rito universale: 1 ottobre, Giornata internazionale del caffè

di Francesco Piccolo

C’è un momento, ogni giorno, in cui il mondo sembra fermarsi. È l’istante in cui una tazzina di caffè viene portata alle labbra: un piccolo gesto quotidiano, universale e insieme intimo, che lega persone lontane nello spazio ma vicine nell’esperienza.

Il caffè nasce in Africa, tra le alture dell’Etiopia, dove la leggenda narra di capre più vivaci dopo aver brucato bacche rosse. Da lì attraversa lo Yemen, i porti del Medio Oriente, fino a Costantinopoli e a Venezia, approdo naturale di spezie e nuove abitudini.

È però il Sud America a trasformare la pianta in una coltura mondiale: Brasile, Colombia e Perù diventano i polmoni produttivi di un commercio che ancora oggi sostiene milioni di famiglie. Tra fazendas, piantagioni andine e piccole cooperative, il caffè scandisce la vita quotidiana di intere comunità, sospese tra la speranza di un prezzo giusto e le incognite di un mercato globale.

E poi c’è l’Italia, che del caffè ha fatto arte e identità. A Napoli il caffè è rito popolare, con la tradizione del “sospeso”, gesto di generosità che lascia pagata una tazzina per chi non può permettersela. A Torino e a Trieste i caffè storici hanno accolto intellettuali e artisti, trasformando la bevanda in occasione di cultura e dibattito. Da Milano a Palermo, l’espresso è divenuto simbolo nazionale, patrimonio riconosciuto in tutto il mondo.

Il 1° ottobre, proclamato dall’International Coffee Organization nel 2015, è il giorno in cui questo rito antico si celebra ovunque. Ma dietro l’aroma che conosciamo si nasconde un mondo fragile: coltivatori che vivono spesso ai margini, minacciati dai cambiamenti climatici e da mercati che non sempre riconoscono il giusto valore della loro fatica.

Il tema scelto per quest’anno è la collaborazione, intesa come impegno comune a sostenere i produttori, promuovere pratiche sostenibili e difendere la qualità di un bene che è anche cultura. Collaborare significa non solo bere una tazzina consapevoli della sua storia, ma anche riconoscere che ogni chicco nasce da mani, terre e comunità che meritano dignità.

Così, mentre in Italia il rumore della moka annuncia la colazione e in Sud America l’alba inizia tra piantagioni in fiore, il caffè continua il suo viaggio. È un sorso che attraversa secoli e continenti, un linguaggio senza confini che unisce popoli e generazioni.

Il caffè unisce, ispira, consola. Ci ricorda che il mondo, pur vasto e frammentato, può ritrovarsi in un sorso comune. Perché ogni tazzina è un atto di memoria e di responsabilità: un piccolo rito universale che racconta una storia e custodisce un futuro.                                                                                                                                                                                                                Il caffè, viaggio di un chicco che diventa rito universale: 1 ottobre, Giornata internazionale del caffè Il caffè, viaggio di un chicco che diventa rito universale: 1 ottobre, Giornata internazionale del caffè Il caffè, viaggio di un chicco che diventa rito universale: 1 ottobre, Giornata internazionale del caffè Il caffè, viaggio di un chicco che diventa rito universale: 1 ottobre, Giornata internazionale del caffè