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Una colonna di fumo nero, densa e minacciosa, si è alzata ieri sera da Pianodardine, alla periferia di Avellino, visibile a chilometri di distanza. Le fiamme hanno avvolto lo stabilimento della Cofren, azienda che produce componenti e supporti per impianti frenanti, trasformando l’area industriale in uno scenario di paura e incertezza.
Le prime segnalazioni sono arrivate poco dopo il tramonto. In pochi minuti, più squadre dei vigili del fuoco del comando provinciale hanno raggiunto la zona, tentando di circoscrivere un rogo imponente che ha minacciato di propagarsi oltre i confini della fabbrica.
Le cause dell’incendio restano da chiarire, mentre le autorità sono al lavoro per verificare se qualcuno possa essere rimasto coinvolto all’interno dello stabilimento. Intorno, il quartiere è rimasto sospeso in un silenzio inquieto, interrotto solo dal rumore delle sirene e dal crepitio delle fiamme.
La nube nera ha alimentato la preoccupazione dei residenti, non solo per l’impatto immediato sull’aria, ma anche per le possibili conseguenze ambientali. Pianodardine, già in passato teatro di episodi simili, vive ore di tensione e attesa, mentre le operazioni di spegnimento continuano senza sosta.
In città, l’immagine della fabbrica in fiamme è diventata rapidamente simbolo di fragilità industriale e di vulnerabilità collettiva: un richiamo drammatico a quanto sia sottile il confine tra normalità quotidiana e emergenza improvvisa.

