“ACCADDE OGGI”. 12 settembre 490 a.C., la battaglia di Maratona: la Grecia ferma l’avanzata persiana

ACCADDE OGGI. 12 settembre 490 a.C., la battaglia di Maratona: la Grecia ferma l’avanzata persiana

Atene, 12 settembre 490 a.C. – È ricordata come una delle battaglie più celebri dell’antichità, capace di cambiare il corso della storia europea. Nella piana di Maratona, a circa 40 chilometri da Atene, le forze ateniesi, affiancate da un contingente di Platea, inflissero una clamorosa sconfitta all’esercito persiano di Dario I, arrestando il primo tentativo di conquista della Grecia.

Uno scontro epocale

L’impero persiano, allora la più grande potenza del mondo conosciuto, aveva pianificato la spedizione come rappresaglia contro Atene e Eretria, colpevoli di aver sostenuto la rivolta delle città ioniche contro il dominio orientale. La vittoria persiana sembrava scontata: l’armata di Dario era numericamente superiore e forte di una flotta imponente.

Gli Ateniesi, guidati dal generale Milziade, decisero però di affrontare il nemico direttamente, disponendo le truppe in modo innovativo: rafforzarono i fianchi della falange, lasciando più sottile il centro, e scatenarono un attacco frontale che sorprese i persiani.

La vittoria e le sue conseguenze

Il risultato fu travolgente. I persiani subirono pesanti perdite e furono costretti a ritirarsi, segnando la prima grande sconfitta subita dall’impero di Dario. Per i greci, invece, la vittoria ebbe un valore che andò ben oltre il piano militare: rafforzò l’identità collettiva e la fiducia in un modello politico fondato sulla polis e sulla partecipazione civica.

La leggenda della corsa

Alla battaglia è legata anche la celebre leggenda di Filippide, il messaggero che avrebbe corso da Maratona ad Atene per annunciare la vittoria, pronunciando la parola «Nenikékamen!» (Abbiamo vinto!) prima di morire sfinito. Da questo mito nacque, secoli dopo, la moderna gara sportiva della maratona.

Un’eredità per l’Occidente

La vittoria di Maratona non solo respinse l’invasione persiana, ma segnò anche l’inizio di una stagione in cui Atene consolidò il suo ruolo di potenza politica e culturale, ponendo le basi per lo splendore della civiltà classica.

Un piccolo esercito di cittadini-soldato aveva fermato l’impero più grande del tempo, lasciando un’eredità che continua a essere simbolo di coraggio, libertà e resiste