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Avellino, 3 settembre 2025 – In Campania la corilicoltura vive una stagione drammatica. Nella Media Valle del Sabato gli agricoltori denunciano perdite che arrivano fino all’ottanta per cento della produzione. La protesta prende forma nelle aule istituzionali con la richiesta di riconoscere lo stato di calamità naturale e di predisporre misure urgenti di sostegno.
A sostenere l’iniziativa c’è l’avvocato Massimo Passaro insieme al Coapi e a Roberto Lauro, coordinatore del Comitato degli Agricoltori. Passaro ha definito la crisi un campanello d’allarme che la politica non può ignorare. Raccolti perduti, aziende allo stremo e famiglie in difficoltà disegnano il quadro di un settore in collasso. Secondo Passaro, senza un intervento immediato il rischio concreto è lo spopolamento delle aree interne.
Dopo un primo incontro a Napoli, la mobilitazione si sposterà a Roma, al Ministero dell’Agricoltura, per chiedere formalmente il riconoscimento dello stato di calamità. Gli agricoltori vogliono portare la vertenza al cuore delle istituzioni, non più con proteste isolate ma con un percorso strutturato e unitario.
Alla crisi produttiva si aggiunge il problema dei cinghiali che continuano a devastare campi e noccioleti, minacciando anche la sicurezza delle comunità rurali. Passaro ha chiesto misure concrete e coordinate per restituire dignità agli agricoltori e protezione ai cittadini.
L’azione congiunta di Passaro, del Coapi e di Altra Agricoltura punta a trasformare la rabbia delle campagne in pressione politica organizzata. Obiettivo dichiarato: non promesse, ma soluzioni durature.
