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di Antonio Vecchione

Interessante il confronto sul futuro della nostra comunità che, negli ultimi giorni, ha animato il dibattito civico baianese. Tutto è cominciato con una riflessione pubblicata in rete da Stefanina Belloisi, stimata intellettuale, attenta osservatrice dei nostri costumi di vita. Personalmente l’ho sempre apprezzata per il suo amore per Baiano e per le sue originali visioni che, spesso, hanno scosso le coscienze. Gli interventi pubblicati per commentare la riflessione di Stefanina sono stati largamente rappresentativi di vari punti di vista, prova di una comunità che ha voglia di interrogarsi e di crescere. Si è sviluppato un sereno, ampio confronto e, salvo poche eccezioni inutilmente laceranti, caratterizzato dalla tolleranza di chi sa ascoltare ed aprirsi alle altrui opinioni. Accettare il dissenso, senza condannarlo o ignorarlo, ma valutandone con attenzione la diversità, è prova di maturità e di rispetto delle regole democratiche. La democrazia vive soprattutto di partecipazione attiva dei cittadini. Coinvolgerli in progetti che investono direttamente la loro vita è testimonianza di una sana gestione del potere e le critiche dovrebbero essere accolte con favore perché offrono l’occasione di approfondire e spiegare. Una delle osservazioni più interessanti è di Fedele Valentino. Rispetto alla scettica visione sul futuro e sulla funzione sociale delle associazioni (“da risorsa a recinto…l’impegno civile si è trasformato in palcoscenico, il volontariato in ribalta”, Stefanina dixit), Fedele individua la crisi sociale, politica ed economica che attanaglia l’intero mezzogiorno. I trasferimenti statali destinati ai Comuni del Sud sono ormai ridotti al minimo. Per un’amministrazione comunale diventa quindi estremamente difficile finanziare in modo adeguato i servizi e le realtà associative del territorio — siano esse private (come la cooperativa Pro Teatro o le attività sportive) o pubbliche (come il Forum dei Giovani o la Pro Loco). Ogni attività culturale, sportiva o ricreativa — dal teatro al cineforum, dall’organizzazione di una sagra a quella di una festa patronale — comporta costi, impegno e sacrifici rilevanti dei privati cittadini. Qualche dato per giudicare meglio questi generosi sforzi, relativi alle tre attività che conosco, tutte possibili grazie alla generosità del volontariato: pallavolo femminile, basket e tangsoodo. Pagamento canone mensile per utilizzo del palazzetto: da 280 a più di 400 € mensili. Migliaia di euro per le iscrizioni alle federazioni e vari contributi associativi. Un esempio la tassa gara pallavolo: € 70,00 per ogni partita disputata, moltiplicata per più di una ventina di gare. Compensi agli allenatori delle varie categorie (poco meno di una diecina). Sacrifici e costi personali di eroici genitori, sempre disponibili a spendere, tempo libero e soldi, per accompagnare le squadre in giro per la Campania ed a gestire tutti gli impegni di gestione (e pulizia) delle palestre (spesso in orari quasi notturni). Non è da meno l’intenso programma annuale delle manifestazioni Pro Loco, autogestito e con la collaborazione di una folla di soci volontari: La Passione di Cristo, festa degli emigranti, festa dei maggiorenni, Festa della Nocciola, Festa del Maio, attività teatrali come Sognattori. Dei meriti indiscutibili di Pro Teatro, una cooperativa di produzione lavoro che ha tracciato un percorso teatrale di livello altamente professionale, ne ha già parlato Franco Scotto. Per completare il quadro occorrerebbe parlare delle attività teatrali, dei programmi del Forum giovani, dei campus estivi giovanili perfettamente organizzati dalla cooperativa sociale “Oltre”. Pur tuttavia sono consapevole che questo fervore di attività “sociali” che si tengono nel territorio non sia garanzia di futuro per i giovani perché non disegna un programma concreto strutturato per la crescita. Per arginare la crisi, a cui abbiamo accennato, si impone un cambio di mentalità, una visione politico – economica completamente diversa, un salto di qualità. In questo contesto sorge spontanea una domanda: se lo Stato sarà assente e non in grado di aiutarci, questo mancato progresso che affligge il sud e il nostro territorio come potrà essere superato? Quale sarà il nostro futuro? Su chi potremo contare per realizzare una inversione di tendenza, un possibile e sostenibile sviluppo? La risposta è scontata ed è la stessa che risuona nei confronti politici da più di 50 anni: dovremo contare sulla nostre forze, sulle nostre capacità di rilancio, sulle nostre energie giovanili, in estrema sintesi, nella Fusione dei Comuni. La mitica “Città del baianese” è stata per decenni un obiettivo politico ipocritamente inserito in tutti i programmi elettorali ma senza alcuna convinzione. L’obiettivo vero è stato sempre quello di “conservare” l’attuale sistema, che, nelle piccole municipalità, garantisce privilegi e percorsi facilitati a pochi fortunati, costringendo gli altri, in particolare i giovani, al dramma dell’emigrazione per cercare lontano le opportunità di lavoro.
La nostra dimensione territoriale è caratterizzata dalla rete, sempre più fitta e a maglie strette, della conurbazione intercomunale, in cui “coesistono” e si commisurano con le stesse esigenze e problematiche le realtà di Avella, Baiano, Mugnano del Cardinale, Quadrelle, Sirignano e Sperone. Dimensione che rende obbligata la scelta di una “visione” comune di governo dell’area, condiviso nelle scelte e negli indirizzi, per valorizzare il territorio con le sue reali vocazioni e potenzialità, sul piano delle attività produttive, paesaggistico – ambientale, oltre che sul versante del patrimonio di beni storico – culturali. Ed in questo ultimo campo registriamo con piacere e orgoglio la valorizzazione di Avella come città d’arte a livello regionale e nazionale. Un lodevole esempio per l’intero territorio, un volano in grado di rimettere in movimento le energie positive dell’intera valle del Clanio.
La legge incoraggia e incentiva l’associazionismo tra i piccoli Comuni, individuando gli ambiti territoriali entro i quali essi possono espletare l’attività di pianificazione urbanistica in forma associata. Un percorso che sembra tracciato su misura per la nostra Area e chiama alle proprie responsabilità le amministrazioni locali, le rappresentanze socio – imprenditoriali, i partiti e i sindacati, le associazioni culturali e sportive, con scelte condivise nella partecipazione più estesa e trasparente possibile. La Fusione dei comuni rimane un obbligo morale e politico nell’interesse delle nostra comunità.
Non posso che concludere con tre appelli.
Il primo ai consigli comunali per dare concretezza all’iter per la costituzione della Fusione Intercomunale.
Il secondo è indirizzato con fervida passione civile alla cittadinanza attiva: il voto non esaurisce la partecipazione dei cittadini. Occorre partecipare, essere informati, vigilare, esprimere opinioni, per far crescere, attraverso il confronto, il livello sociale della comunità.
Il disinteresse diffuso è segno di resa e contribuisce al declino sociale che abbiamo l’obbligo di evitare.
Il terzo, e più importante, è quello che rivolgo alla schiera degli amici responsabili e attivi culturalmente ma principalmente ai giovani: organizziamo un incontro pubblico aperto ai sei comuni del territorio per parlare di fusione e di futuro. Diamo la sveglia al nostro ambiente per liberare le energie che pure ci sono.
