![48_referendum[1]](https://www.binews.it/wp-content/uploads/2016/04/48_referendum1.jpg)
I mezzi di informazione hanno annunciato la percentuale dei votanti al referendum dell’8 e 9 giugno intorno al 30 %.
Quattordici milioni di italiani su quarantasei milioni di elettori si sono recati alle urne, esercitando ” la massima espressione ” della libertà di pensiero di ogni cittadino, grazie al voto democratico di un “si” o di un “no”, sui temi della cittadinanza agli stranieri e sul mondo del lavoro. I più hanno applicato implicitamente la regola, che chi non sceglie, lascia agli altri il compito di decidere. Poco opportuna la politicizzazione di questo referendum che in modo inaccettabile ha portato la maggioranza governativa e l’opposizione a ritenersi vincenti o perdenti: chi ha perso è la libertà del cittadino! I temi del lavoro sollevavano problemi importanti in tema di licenziamento, di sicurezza sul posto di lavoro e sulla precarietà di quest’ultimo sorprende, che anche questo non abbia attratto la ” libera coscienza ” dei cittadini.
Anche il quesito sulla cittadinanza agli stranieri rappresentava forti connotati di inclusione e di rispetto della dignità degli stranieri, ma neppure questo ha scosso il torpore di un popolo, che sembra assurgere al luogo di gregge (con le dovute eccezioni).
Anche Avella si è allineata a questo trend, forse perché non erano in gioco piaceri da fare o da ricevere, interessi da tutelare, pur nel rispetto di coloro che in desolate sezioni, meritevoli di un plauso da parte di tutti, si sono recati ad esprimere il proprio orientamento verso i cinque quesiti. Ora si parla di riformare le modalità del referendum, magari raddoppiando le firme dei richiedenti ed il numero delle regioni che possono proporlo: una ennesima restrizione dell’agibilità democratica!
Vincenzo Serpico