NOLA. L’incendio della Fabbrica di Polvica e il rischio ambientale. Foto

NOLA. Lincendio della Fabbrica di Polvica e il rischio ambientale. Foto

L’enorme incendio divampato ieri nella zona ASI in località Polvica di Nola, è ancora in corso. A bruciare è la fabbrica tessile Annunziata. La struttura, in fumo da più di 24 ore, è ormai quasi completamente distrutta. Sul posto ancora sono presenti diverse squadre di Vigili del Fuoco che per ora non riescono a domare del tutto le fiamme. L’unica nota positiva, l’assenza di feriti tra i dipendenti dell’azienda. L’incendio ha generato un’enorme nube tossica nera visibile anche a 10 kilometri di distanza che ricade, a seconda dei venti, verso Nola, Cimitile, Camposano, Cicciano, Polvica e Cancello. A bruciare ingenti quantità di tessuto, plastiche e diverse sostanze chimiche ancora non classificate. L’aria nella zona a ridosso della zona ASI è irrespirabile, anche con maschere anti-gas pizzica fortemente in gola. Consigliamo, in via precauzionale, agli abitanti di Polvica di esporsi il meno possibile e limitare quanto meglio la contaminazione chiudendo balconi e finestre delle proprie abitazioni fino a quando le operazioni di spegnimento non saranno del tutto completate. Inoltre, se ci fossero persone che presentano due o più dei seguenti sintomi d’intossicazione: 1 – Tosse; 2 – Mal di Gola; 3 – Mal di Testa; 4 – Nausea; 5 – Vomito; suggeriamo loro di recarsi presso un presidio ospedaliero o guardia medica della zona per una visita di controllo e chiedere un referto scritto. È inoltre consigliabile sciacquare accuratamente per almeno un mese, possibilmente con amuchina, frutta e verdura coltivata in zona che potrebbe essere contaminata. Sarebbe altresì d’uopo che le autorità competenti si impegnino nel rilevamento degli inquinanti immessi in atmosfera e di quelli coinvolti nella ricaduta al suolo dei residui della nube visto che il territorio circostante la zona ASI di Nola è una zona a forte vocazione agricola. A preoccupare di più, oggi e nei prossimi giorni, sarà proprio la qualità dell’aria nei centri abitati coinvolti dalla ricaduta al suolo dei residui della nube. Sperando che questa volta l’Arpac e le istituzioni locali non si muovano con la stessa leggerezza dimostrata l’anno scorso con il caso Cereria. (Rifiutarsi.it)

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