MUGNANO DEL CARDINALE. Parla il figlio di Carmine Napolitano: “Ecco come hanno rapinato mio padre”

MUGNANO DEL CARDINALE. Parla il figlio di Carmine Napolitano: Ecco come hanno rapinato mio padre

Sono sempre più frequenti i casi di rapine ai danni di anziani  all’uscita degli uffici postali. Quella che oggi vi raccontiamo è la storia di Carmine Napolitano, 80 anni il 20 di questo mese, che giovedì 2 gennaio, come ogni mese, si reca presso l’ufficio postale di Mugnano del Cardinale per riscuotere la sua modestissima pensione di 820,00 euro. Quei soldi gli permettono a malapena di tirare a campare per tutto il mese, e , proprio questo mese dovevono servire anche per festeggiare i suoi 80 anni. Per conoscere bene i fatti ci siamo recati presso la famiglia del malcapitato Carmine ed esattamente dal figlio Stefano, agente di polizia penitenziaria in pensione, che ci ha raccontato i fatti. “Sono appena passate le 11,30 quando mio padre si reca presso le Poste per ritirare la sua modesta pensione. Dopo aver atteso il suo turno, messi in tasca gli 820 euro appena ritirati si avvia all’uscita per recarsi a casa a piedi. Faccio presente che abitiamo a circa 600, 700 metri dall’ufficio postale. All’uscita,  mi racconta mio padre, di essere immediatamente avvicinato da una donna con accento napoletano e di mezza età, che lo abbraccia e gli dice di essere una vecchia conoscenza, nel frattempo incomincia a toccarlo un pò da per tutto, sicuramente in cerca dei soldi. Mio padre non ricorda chi fosse tale donna, ne tanto meno di averla conosciuta in passato, ma la stessa lo costringe a salire in un auto, una utilitaria di colore grigio, che era parcheggiata con direzione di marcia Monteforte. Mio padre, a suo dire, si rifiuta, ma la stessa lo  spinge grazie anche alla complicità di un’altra persona che era alla guida. Faccio presente che mio padre è un uomo di statura minuta e con problemi fisici, ha subito tre operazioni al cuore e ultimamente è stato operato all’inguine, quindi sia un po’ per l’età che per il suo stato di salute, non può certamente reagire. L’auto si mette in moto e si dirige verso il Santuario di Santa Filomena dove si presume abbiano tentato durante il tragitto di sottrarre la pensione che mio padre si era messo in tasca, arrivati all’altezza del Santuario, il conducente provvede ad invertire la marcia per tornare indietro. Nell’auto più volte mio padre ha tentato di aprire la portiera per chiedere aiuto ma non ci è riuscito, e gli veniva anche impedito dalla donna con numerosi schiaffi sulle mani. Arrivati all’altezza del salumificio Corbisiero, mio padre chiede di essere lasciato li perché c’è un parente ma gli stessi proseguono la marcia, per farlo scendere nei pressi delle scuole di via Montevergine.  Spinto giù dall’auto si allontanano in direzione Napoli. Scosso dall’accaduto prende il tragitto di casa, arrivato, ci racconta in lacrime e sotto shock i fatti. Subito abbiamo provveduto a denunciare il fatto presso i Carabinieri, ma purtroppo dei malviventi nessuna traccia. Da quel giorno non fa altro che piangere e ripetere quei brutti momenti passati in balia dei malviventi”.