Crisi della corilicoltura in Irpinia, Giuseppe Vecchione: “Servono misure concrete, non più rinvii”

Crisi della corilicoltura in Irpinia, Giuseppe Vecchione: “Servono misure concrete, non più rinvii”

Avellino – «La corilicoltura irpina è al collasso. Servono più analisi e tavoli, servono risposte immediate e concrete». È il grido d’allarme lanciato da Giuseppe Vecchione, del Coordinamento Mandamentale Tempi Nuovi – Popolari Uniti, che prende posizione in vista del tavolo corilicolo regionale convocato per lunedì 26 agosto.

La situazione, sottolinea Vecchione, è drammatica: la cascola di quest’anno ha aggravato una crisi già profonda, frutto di problemi stratificati negli anni e mai affrontati con decisione. «Il rischio – avverte – è di condannare il settore a un’economia assistita, senza prospettive di ritorno in produttività».

Le priorità per rilanciare il settore

Vecchione ha elencato alcune proposte concrete che, a suo avviso, dovrebbero costituire la base di una ripartenza:

  • Rinnovo degli impianti: introdurre nel PSR una misura specifica per il reimpianto dei noccioleti, sul modello dell’OCM vitivinicolo, con sostegno al reddito negli anni improduttivi.
  • Recupero dei terreni: avviare un piano straordinario per restituire fertilità ai suoli, oggi aridi e poveri di sostanza organica.
  • Ricerca e innovazione: finanziare studi sulle varietà di nocciolo più resistenti al cambiamento climatico, seguendo l’esempio del Piemonte.
  • Mappatura e regolarizzazione: portare alla luce il sommerso e favorire la professionalizzazione degli operatori agricoli.
  • Formazione dei giovani: aprire un indirizzo scolastico in corilicoltura presso l’Istituto De Sanctis di Avellino, offrendo opportunità agli studenti del territorio.
  • Sostegno economico: maggiore flessibilità su mutui e contributi per le aziende agricole, fino alla sospensione o cancellazione dell’IMU.
  • Irrigazione: affrontare una volta per tutte il nodo dell’approvvigionamento idrico per i noccioleti.

“Non si può più rimandare”

«Le associazioni di categoria conoscono bene questi problemi da anni – osserva Vecchione – ma ora è necessario un salto di qualità. Filiera, istituzioni e sindacati devono unire le forze per superare ostacoli che stanno strangolando la nostra economia agricola».

La scelta, avverte, è ormai inevitabile: rilanciare la corilicoltura con misure strutturali, oppure arrendersi a una lenta agonia del settore. «Non siamo per il cambio di coltura – conclude – la Corylus Avellana è il fiore all’occhiello del nostro territorio. Ma oggi siamo arrivati al punto di chiederci: che fare?».

Crisi della corilicoltura in Irpinia, Giuseppe Vecchione: “Servono misure concrete, non più rinvii”