Vogliono la testa di Salvini: Durigon, Michetti e Morisi per isolare il capitano

Vogliono la testa di Salvini: Durigon, Michetti e Morisi per isolare il capitano

C’è puzza di bruciato intorno al caso Morisi. O forse è la puzza della terra che stanno bruciando intorno all’ex “Capitano” Matteo Salvini.

Prima leader per caso ed ora ormai leader per poco di una Lega vuole tornare a parlare agli imprenditori e non ai followers. Un partito che guarda più al centro, come Forza Italia, e che di coprirsi di ridicolo per intercettare quei voti “ignoranti” non ne vuole più sapere.
Giorgetti ha portato la Lega al governo e presiede un ministero strategico per riacquistare credibilità tra i grandi imprenditori del nord. Quelli che Zaia coccola tappando loro occhi e orecchie davanti alle Salvinate social e ai continui cambi di idee.
Quegli stessi imprenditori che vogliono il green pass obbligatorio nelle loro aziende per non avere altri sanguinosi rallentamenti valgono più di qualche migliaio (forse) di voti no vax a cui Salvini corre dietro a discapito di chi ha sempre “finanziato” il partito.
Lo hanno lasciato solo il Capitano. Per un po’ di tempo lo hanno lasciato fare l’opposizione all’interno del governo e anche dello stesso partito. Ora però ne hanno abbastanza. Draghi è stufo di sentire in continuazione quel fastidioso ronzio nell’orecchio e fin quando ha potuto ignorarlo lo ha fatto ma ora ha chiesto di schiacciarlo. Ci sono interessi più grandi di qualche like.
Allora pronti con il piano di un grande polo di centro (ammiccante a destra) con la fusione con Forza Italia così da lasciare fuori la Meloni per ridimensionarla e liberarsi del twittatore. Prima gli sfilano Durigon, il fedelissimo creatore di quota cento. Poi Morisi e tutto quello che rappresenta, bestia inclusa. Hanno usato il metodo “Palamara” montando casi ad hoc grazie ad alcuni amici giornalisti. Prima la campagna mediatica contro la frase di Durigon, che già era uscito malconcio dall’inchiesta di Report. Poi all’improvviso “qualcuno” chiama la polizia con giornalisti al seguito per scoprire i “festini” di Morisi a base di coca e ventenni romeni. Eppure Pillon non risulta sorpreso da tale scoperta, guarda un po’.
Il colpo di grazia lo sferra Giorgetti dichiarando pubblicamente l’inadeguatezza del candidato della destra a Roma Michetti. Dichiarazioni che arrivano proprio mentre Salvini è a Roma per sostenerlo. E mentre il leader della Lega si scontra di persona e poi sui social con Calenda, Giorgetti rincara la dose dicendo che il candidato di Azione sarebbe un buon sindaco grazie alle sue capacità amministrative.
Bisogna aggiungere altro?
La testa di Salvini non cadrà subito dopo le amministrative, è prematuro. Ma tutto lascia pensare che difficilmente arriverà a Natale.
Bacioni…

Felice Sorrentino