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Scuole chiuse, disagi per ospedali e famiglie. Rabbia contro la società di gestione
AVELLINO – Una nuova emergenza idrica colpisce l’Irpinia. Da questa mattina, a causa della rottura di una condotta adduttrice dell’Alto Calore nel territorio di Cassano Irpino, oltre 90 comuni tra Irpinia e Sannio sono rimasti senz’acqua o con forti disservizi nell’erogazione.
La società di gestione ha comunicato che i tecnici sono al lavoro per la riparazione e che il ripristino della fornitura è previsto soltanto nel pomeriggio/sera di oggi, 12 settembre. Nel frattempo, però, i disagi si moltiplicano: scuole chiuse all’improvviso con bambini rimandati a casa, attività economiche costrette a fermarsi, famiglie e anziani lasciati senz’acqua per l’intera giornata.
L’elenco diffuso dall’Alto Calore è lunghissimo e comprende comuni grandi e piccoli. Ad Avellino, in particolare, restano senz’acqua aree densamente popolate come Cesine, Pennini e persino la Casa Circondariale e la clinica Villa Esther. Disagi anche per strutture sanitarie come l’ospedale di Ariano Irpino e il centro dialisi del capoluogo.
Tra i comuni interessati figurano Atripalda, Grottaminarda, Lioni, Mirabella Eclano, Montefalcione, Altavilla Irpina, Montemiletto, Mercogliano, Monteforte Irpino, fino a diversi paesi del Sannio come Apice, Pietrelcina, Pago Veiano, Pontelandolfo e Reino. Una vera e propria emergenza che coinvolge un territorio vastissimo.
In molte zone, già nella mattinata, si sono registrate proteste e polemiche. «È uno scandalo – commentano alcuni genitori davanti alle scuole –: i bambini vengono mandati a casa all’improvviso, senza alcuna organizzazione. Non si può andare avanti così». Non meno dura la voce dei commercianti: «Un giorno senza acqua significa non poter lavorare. Chi ci risarcisce dei danni?».
Sotto accusa finisce ancora una volta la gestione dell’Alto Calore, già da tempo al centro di critiche per la vetustà delle reti e la frequenza dei guasti.
Non è la prima volta che l’Irpinia si trova a fare i conti con emergenze idriche di questa portata. La rete dell’Alto Calore, datata e spesso soggetta a rotture, mostra tutte le sue fragilità. E mentre si attendono interventi strutturali da anni annunciati, i cittadini continuano a pagare il prezzo di un servizio essenziale che troppo spesso si interrompe.
Per oggi si confida nella conclusione dei lavori di riparazione in serata. Ma la domanda resta inevasa: quanto ancora l’Irpinia dovrà convivere con un sistema idrico al collasso?
