Il “rito dello scatto al seggio”: la tradizione ormai immancabile dei candidati e non davanti all’urna

Il “rito dello scatto al seggio”: la tradizione ormai immancabile dei candidati e non davanti all’urna

Non è più davvero giorno di elezioni senza la consueta immagine dei candidati colti nel momento in cui inseriscono la scheda nell’urna. Un gesto semplice, quasi banale, ma divenuto negli anni un vero e proprio rito politico-mediatico, capace di raccontare – in un’unica fotografia – partecipazione, presenza e appartenenza.

Quel fotogramma, ripetuto puntualmente a ogni tornata elettorale, è diventato un simbolo riconoscibile: il candidato che arriva al seggio, saluta gli scrutatori, ritira la scheda, entra in cabina e poi, all’uscita, si lascia immortalare mentre compie il momento più iconico della giornata. Un attimo di pochi secondi che, però, finisce quasi sempre sui social, sulle pagine dei giornali e nelle rassegne fotografiche del voto.

Un gesto che vale più di un messaggio

Nel tempo, quell’immagine è diventata una sorta di comunicazione istituzionale non scritta. La foto del candidato che vota:

  • trasmette normalità e partecipazione civica,

  • sottolinea la volontà di essere “uno come gli altri”,

  • mostra un momento privato che diventa pubblico,

  • crea un collegamento immediato con elettori e sostenitori.

In un’epoca dominata dalla comunicazione immediata, lo scatto davanti all’urna è diventato un contenuto strategico: semplice, chiaro, rassicurante. Un modo per dire: “Ci sono, voto anch’io, partecipo”.

Il seggio come palcoscenico mediatico

Che si tratti di un seggio di quartiere o del paese d’origine, poco importa. L’atmosfera è sempre la stessa: volti familiari, strette di mano, qualche chiacchiera con i presenti e lo sguardo di circostanza rivolto verso l’obiettivo. Una scena che, per quanto ripetuta, conserva un valore rituale quasi affettivo.

In molti casi, lo scatto al seggio è programmato nei minimi dettagli: orario, luce, accompagnatori, comunicato da diffondere insieme alla foto. Una costruzione semplice, ma efficace, che ogni candidato mette in conto nel proprio percorso elettorale.

Un rituale che racconta la democrazia

Al di là delle strategie e dell’immagine, c’è un aspetto che resiste e dà senso a questa tradizione: la centralità del gesto del voto. Quel momento in cui la scheda entra nell’urna accomuna tutti, candidati e cittadini. E ricordarlo, anche attraverso una fotografia, è parte del racconto collettivo della democrazia.

Ogni elezione ha i suoi protagonisti, le sue sfide, i suoi risultati. Ma c’è sempre un’immagine che ritorna uguale a se stessa, un gesto che attraversa i decenni e unisce le generazioni: la scheda che scivola nell’urna, mentre un obiettivo cattura il simbolo più semplice – e più forte – della partecipazione.

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