Il glossario dell’inclusione

Il glossario dell’inclusione

Nel lontano 1875 Ottone di Bismarck (Russia) per la prima volta nella storia, si occupò in un documento pubblico di citare le persone disabili, nello specifico ” i ciechi “, che accomunati ai poveri dovevano poter ottenere la istituzionalizzazione in edifici pubblici per un ricovero e per l’assistenza. Da allora l’evoluzione storica, pur lentamente, ha iniziato ad attribuire alle persone diversamente abili uno ” status sociale ” più edificante e dignitoso. In Italia fin dagli anni ’40/’50 furono creati istituti, che potevano ricevere persone disabili sensoriali ed assicurarne la scolarizzazione e la formazione professionale ( lo Smaldone per i non udenti, il Martuscelli, il Colosimo e l’istituto Serafico per i non vedenti). Dobbiamo arrivare al decreto 517/1977 per incontrare il termine ” inserimento “, che compare negli articoli 5, 10 e 15, che autorizzano l’ingresso degli alunni disabili in età scolare nelle classi comuni. Un termine, di inserimento, che costituisce un puro fatto meccanico e tecnico, ma ancora carente nelle strategie di sostegno e della necessaria interazione fra scuola,famiglia e attività di recupero e riabilitazione. In tal senso, una vera e propria rivoluzione viene sancita dalla legge ” quadro ” sulla assistenza, l’educazione, l’inserimento al lavoro della legge 104/1992. In essa l’intero ventaglio delle attività delle persone disabili viene messo a fuoco e sezionato negli ambiti della assistenza sanitaria, del facilitato inserimento del mondo del lavoro e del sostegno didattico nella scuola, per la qual cosa compare il sostantivo ” integrazione “. Quest’ultimo privilegia la relazione educativa e sociale fra la persona disabile ed il contesto in cui opera e vive. Una articolata rete di attività ed azioni mirate a migliorare il ” trend” della vita di un soggetto con difficoltà sensoriali, cognitive e motorie. Bisogna arrivare all’anno 2024 per vedere comparire nel campo degli studi di pro-disabilità’ il termine ” inclusione “, citato e dettagliato nel D.P.R. 62. In tal modo si attua una presa in carico totale di chi ha difficoltà nelle abilità, portando il soggetto disabile a divenire parte integrante di un insieme nella scuola e nella società. Il processo di inclusione vive della attiva partecipazione dei piani di zona ( asl ),delle istituzioni scolastiche , dei centri per l’impiego, degli Enti locali e dei servizi sociali ad essi annessi non ultimo del contributo esperienziale dei nuclei familiari di appartenenza. Consta alle singole entità ed alla rete di relazione, programmare e progettare recuperi e riabilitazione, assistenza e sostegni per migliorare nella persona disabile le autonomie,la cultura e l’informazione, la cura e l’assistenza sanitaria, la facilitazione nella mobilità sul territorio di appartenenza e di quanto altro migliora e potenziale individualità dei soggetti in questione.

Vincenzo Serpico