Ecomafia 2025: Campania ancora maglia nera per reati ambientali. Napoli prima in Italia con oltre 2.300 illeciti

Ecomafia 2025: Campania ancora maglia nera per reati ambientali. Napoli prima in Italia con oltre 2.300 illeciti

La Campania si conferma ancora una volta la regione italiana con il più alto numero di reati ambientali. A sancirlo è il nuovo dossier “Ecomafia 2025” di Legambiente, presentato oggi a Roma, che traccia un quadro allarmante sullo stato dell’illegalità ambientale nel Paese.

Con 6.104 reati accertati nel 2024, pari al 15% del totale nazionale, la Campania detiene il poco invidiabile primato dell’illegalità ambientale. A completare un quadro preoccupante: 5.580 persone denunciate, 50 arrestate e 1.431 sequestri.

Napoli guida la classifica dei reati ambientali

A livello provinciale, Napoli è la peggiore d’Italia, con 2.313 reati ambientali, seguita da Bari (1.526) e da una crescente Salerno, che conquista il terzo posto nazionale con 1.321 illeciti, rispetto al quinto dello scorso anno.
Scende invece Avellino, che con 906 reati perde il podio e si attesta al sesto posto.

Secondo il report, sono stati circa 230 i clan mafiosi che, negli ultimi 30 anni, hanno gestito – spesso in collusione con imprenditori, funzionari e amministratori pubblici – le principali filiere illecite, dal traffico di rifiuti al cemento abusivo, fino alle agromafie.

Crescono le inchieste per corruzione ambientale

Tra i fenomeni in crescita, il numero di inchieste giudiziarie legate alla corruzione in ambito ambientale: da maggio 2024 ad aprile 2025 ne sono state censite 88, con un incremento del 17,3% rispetto all’anno precedente. Si tratta di indagini che spaziano dalla realizzazione di opere pubbliche alla gestione dei rifiuti urbani e degli impianti di depurazione.

In questo contesto, la Puglia guida la classifica per arresti eseguiti (96), seguita dalla Campania (77) e dalla Lombardia (61).

Legambiente: “Servono nuove misure e controlli più forti”

“I numeri e le storie raccolte nel rapporto – ha dichiarato Mariateresa Imparato, presidente di Legambiente Campania – confermano il lavoro straordinario di forze dell’ordine, magistratura, Capitanerie di porto e enti di controllo. Ma ora è urgente un cambio di passo da parte della politica.”

Secondo Legambiente, agli effetti positivi della legge 68/2015 sugli ecoreati, devono seguire nuovi strumenti normativi per contrastare fenomeni come l’abusivismo edilizio e le agromafie, oltre a un rafforzamento omogeneo dei controlli ambientali in tutto il Paese.

Un pacchetto di 12 proposte per reagire all’ecomafia

Il dossier si chiude con un pacchetto di 12 proposte operative, tra cui:

  • Potenziamento della legge sugli ecoreati

  • Inasprimento delle sanzioni per abusivismo edilizio

  • Rafforzamento delle procure ambientali

  • Nuove regole sugli appalti pubblici con impatto ambientale

  • Piani regionali per il contrasto alle agromafie

La “Ecomafia”, come la definisce Legambiente, è un fenomeno radicato e strutturato, capace di adattarsi alle trasformazioni legislative e di mercato. A confermarlo sono i numeri e la pericolosa capacità delle organizzazioni criminali di continuare a lucrare, spesso indisturbate, sulla pelle dell’ambiente e della salute dei cittadini.

Ecomafia 2025: Campania ancora maglia nera per reati ambientali. Napoli prima in Italia con oltre 2.300 illeciti