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Una data destinata a entrare nella storia: al Warner Theatre di New York viene proiettato per la prima volta “The Jazz Singer”, il film che segna la nascita del cinema sonoro.
Diretto da Alan Crosland e prodotto dalla Warner Bros., il film fu il primo lungometraggio a includere dialoghi sincronizzati con l’immagine, grazie alla tecnologia “Vitaphone”, che consentiva di collegare la pellicola a un disco fonografico.
Fino a quel momento, il cinema era stato un’arte muta: le pellicole venivano accompagnate da musica dal vivo o didascalie, e gli attori si esprimevano solo con gesti ed espressioni. Ma quella sera del 1927 tutto cambiò.
Il pubblico rimase sbalordito quando il protagonista, Al Jolson, rivolse la celebre battuta “Wait a minute, wait a minute. You ain’t heard nothin’ yet!” – “Aspettate un momento, non avete ancora sentito niente!” – aprendo le porte a un’epoca completamente nuova.
The Jazz Singer racconta la storia di Jakie Rabinowitz, figlio di un cantore ebreo che sogna di diventare cantante jazz. Un conflitto tra tradizione e modernità che, ironia della sorte, rispecchiava il passaggio epocale che stava vivendo il cinema stesso.
Il successo fu immediato e travolgente: incassi record, sale piene, e un effetto domino che costrinse l’intera industria cinematografica a riconvertirsi al sonoro. Nel giro di pochi anni, il cinema muto scomparve quasi del tutto.
Quella sera del 6 ottobre 1927 non nacque solo un nuovo film, ma una nuova forma di arte e comunicazione. Il suono entrò nello schermo, e con esso la voce, la musica, la parola: elementi che avrebbero per sempre cambiato il modo di emozionare il pubblico.
