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C’è una scuola che non inizia la mattina, ma quando il sole tramonta. Una scuola senza zaini colorati né campanelle. Dove i banchi si riempiono dopo una giornata di lavoro, dopo turni in fabbrica, dopo impegni familiari, dopo la vita.
È la scuola serale. Una scuola fatta di volti stanchi ma determinati, di mani segnate dal tempo e dal sacrificio, di occhi che brillano di sogni tenaci. Qui non si viene solo per prendere un diploma: si viene per riscattarsi, per rimettersi in gioco, per riprendersi una possibilità.
In queste aule la speranza è una materia viva, l’inclusione un principio quotidiano, la comunità un rifugio autentico. Si studia insieme, ci si incoraggia, si cresce, anche tra mille difficoltà. Perché ogni passo avanti, qui, è una vittoria.
Tra queste storie c’è quella di E., un simbolo silenzioso ma potente di cosa significa resistere.
Per vent’anni ha inseguito un diploma che sembrava allontanarsi ogni volta un po’ di più. Ogni anno un tentativo, ogni anno uno stop. Ma quest’anno qualcosa è cambiato. E. ha tenuto duro. Ha deciso di non mollare più. Ha studiato, ha creduto, ha combattuto. Fino alla fine.
O quasi.
Perché il giorno dell’esame di Stato E. non si è presentato. Il suo banco vuoto ha colpito come un pugno. I docenti, però, non hanno esitato: si sono alzati e sono andati da lui. Non potevano accettare che tutto finisse così, all’ultimo metro, proprio quando il traguardo era lì, a un passo.
Perché credevano in lui.
E. non era solo uno studente. Era parte di qualcosa di più grande: una storia condivisa, un percorso che aveva unito cuori, sacrifici, attese. E nessuno voleva che restasse incompiuta.
Alla fine, E. è tornato. E ce l’ha fatta.
Le lacrime di chi lo ha accompagnato in questo viaggio sono state il sigillo su una storia che vale più di qualsiasi voto. Lacrime di chi ha visto da vicino il coraggio, la caduta, la rinascita. Lacrime di chi non ha mai smesso di credere, nemmeno quando sembrava impossibile.
Una scuola che cambia le vite
Questa è la scuola vera. Quella che non si ferma alle pagelle, ma guarda negli occhi e dice “ce la puoi fare”. Che accoglie invece di giudicare, che apre strade dove prima c’erano muri, che restituisce dignità a chi si era sentito invisibile.
In un tempo in cui troppo spesso si parla di abbandono scolastico, di crisi dell’istruzione, le scuole serali ci raccontano un’altra verità: quella di chi sceglie di non arrendersi. Di chi, ogni sera, riscrive la propria storia.
Sì, non è mai troppo tardi per imparare.
Non è mai troppo tardi per riprovarci.
E. lo ha dimostrato a tutti noi.
Quella sera, in quell’aula carica di emozione, abbiamo visto cos’è davvero la scuola.
Non solo libri.
Non solo voti.
Ma mani che si tendono.
Cuori che si aprono.
Strade che si riaprono al futuro.
Rosa Emilia Della Croce
