ORDINANZA DI CUSTODIA CAUTELARE PER CONTRABBANDO DITABACCHI LAVORATI ESTERI E TRUFFA PER FRAUDOLENTE IMMATRICOLAZIONI DI AUTOVETTURE

ORDINANZA DI CUSTODIA CAUTELARE PER CONTRABBANDO DITABACCHI LAVORATI ESTERI E TRUFFA PER FRAUDOLENTE IMMATRICOLAZIONI DI AUTOVETTURE

A conclusione di una complessa attività investigativa, avviata d’iniziativa e sviluppata sotto la direzione della Direzione Distrettuale Antimafia della Procura della Repubblica di Napoli, i militari del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Avellino hanno dato esecuzione ad un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal G.I.P del Tribunale di Napoli  nei confronti di sette soggetti accusati di associazione a delinquere finalizzata al contrabbando di t.l.e. e truffa ai danni dello Stato.

L’operazione di servizio, denominata “RAKIA” dal nome della popolare bevanda alcolica ottenuta dalla fermentazione della frutta, prodotta e consumata prevalentemente nei Balcani, ha individuato un vero e proprio sodalizio criminale, composto da cinque cittadini bulgari (tutti stabilmente residenti nell’avellinese) e due italiani, costituito al fine di porre in essere diverse attività illecite, consistenti nell’introduzione nel territorio dello stato italiano di tabacchi lavorati esteri di contrabbando successivamente rivenduti al dettaglio nonché nell’immatricolazione fraudolenta con targhe estere di autovetture già circolanti in Italia, intestandole di volta in volta a soggetti prestanome di nazionalità bulgara, al fine di evadere la tassa di possesso e il contributo al S.S.N.. Il fenomeno del contrabbando extra-ispettivo, perpetrato notoriamente via mare, negli ultimi anni ha mutato radicalmente le modalità di esecuzione; tra esse, sicuro rilievo in termini di quantità contrabbandate hanno assunto il trasporto di t.l.e. con carichi occultati in camion, camper e auto, nelle borse dei viaggiatori su treni e pullman provenienti dall’est Europa.

In particolare, la condotta adottata dalla consorteria criminale per introdurre in territorio nazionale le sigarette di contrabbando sfruttava la copertura fornita dallo svolgimento anche di attività lecite, quali il trasporto di persone e cose mediante automezzi. Le attività investigative, che hanno preso le mosse le mosse da alcuni sequestri di t.l.e. di contrabbando eseguiti nella città di Avellino e comuni confinanti, hanno consentito di  scoprire un canale di approvvigionamento particolarmente efficiente e ramificato, attraverso il quale i consumatori nazionali, ma soprattutto dei paesi dell’est qui dimoranti, procedevano ad ordinare i quantitativi necessari ai connazionali di riferimento dell’organizzazione che a loro volta, si occupavano anche del materiale trasporto in Italia.

Una volta giunte in Italia a bordo dei mezzi utilizzati per il trasporto di persone (AUTOBUS – FURGONI per il trasporto di persone e cose), le sigarette venivano distribuite al dettaglio soprattutto nel territorio avellinese e napoletano. Oltre alle quantità poste sotto sequestro, le indagini hanno consentito di accertare che sono stati contrabbandati e posti in vendita centinaia di chilogrammi di t.l.e (consumato in frode).

Le stesse indagini hanno consentito di far luce su un’altra attività criminale dell’organizzazione, anch’essa predisposta ed eseguita con la finalità di recare un danno rilevante all’erario nazionale: l’immatricolazione di autovetture italiane con targhe di Paesi dell’Europa dell’est..

Il fenomeno è in forte aumento negli ultimi anni, considerato che sempre più italiani immatricolano le loro macchine in Bulgaria, per risparmiare non solo sulle spese di assicurazione e della tassa di possesso, ma anche per uscire “indenni” da sanzioni comminate a seguito di infrazioni al codice della strada. Ciò in quanto in quanto sarebbe oltremodo oneroso – se non addirittura impossibile – da parte dei vari Organi effettuare una ricerca all’estero per ottenere la riscossione di quanto dovuto.

Il sistema fraudolento, peraltro, non è del tutto sconosciuto nel nostro Paese, ove è stato rilevato e portato all’evidenza dell’opinione pubblica più volte – proprio a sottolinearne la pericolosità – nella sua forma primigenia, quale quella del cittadino italiano che acquista un’auto in un Paese Europa dell’Est e, grazie all’intervento di cittadini stranieri prestanome a cui viene intestata fittiziamente l’autovettura, mantiene la targa estera pur circolando in Italia.

E’ stata proprio questa la frode individuata dai militari del Nucleo di Polizia Tributaria di Avellino, che hanno ricostruito puntualmente lo schema adottato dall’organizzazione ed  hanno individuato un ulteriore evoluzione del sistema stesso, che risulta essere ancora più dannosa per le casse nazionali. In effetti, le indagini hanno dimostrato che anche nel caso di autovetture già di proprietà di cittadini italiani, l’organizzazione ne curava l’esportazione e la successiva immatricolazione in Bulgaria dove predisponeva un’apposita procura speciale – a firma di un cittadino straniero, intestatario fittizio del mezzo – nei confronti del cittadino italiano reale proprietario; successivamente, la stessa organizzazione curava il trasporto in Italia del mezzo immatricolato con targa bulgara. A fronte di un costo complessivo dell’operazione quantificato in circa 1.000 euro per autovettura – pagati in contanti – il cittadino italiano otteneva in maniera fraudolenta enormi benefici derivanti dal mancato pagamento della tassa di possesso ed usufruendo di tariffe assicurative di gran lunga meno onerose delle nazionali, ulteriormente abbattute dall’assenza del contributo obbligatorio al Servizio Sanitario Nazionale, previsto per i contratti assicurativi italiani. Infatti, il “servizio” reso dalla consorteria criminale prevedeva, con pagamento a parte, il costo per la stipula di un contratto assicurativo sottoscritto in Bulgaria e per il suo rinnovo periodico. Tra i numerosi mezzi individuati dalle Fiamme Gialle, si segnala il caso di due scooter di grossa cilindrata che erano stati sottoposti a fermo amministrativo, ma che potevano continuare a circolare in Italia, proprio grazie allo stratagemma dell’immatricolazione in  Bulgaria.

Complessivamente, le indagini hanno portato alla denuncia all’A.G. a vario titolo nr. 34 soggetti oltre a quelli sottoposti a custodia cautelare in data odierna. L’ordinanza ha riguardato cinque soggetti di nazionalità bulgara stabilmente residenti in provincia di Avellino sottoposti alla custodia cautelare carceraria e due soggetti di nazionalità italiana residenti a Napoli posti agli arresti domiciliari.