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di Francesco Piccolo
C’era un tempo in cui il centrocampo era terra di pensatori, non solo di corridori.
Un tempo in cui bastava un piede sinistro educato, un’idea in più degli altri, e la partita cambiava direzione.
In quel tempo lì, sulle polverose panchine del Sud e nelle piane dimenticate della Serie D, c’era un regista silenzioso che faceva muovere tutti: Francesco Maresca, classe 1965, nato ad Avella, 1 metro e 70 di ordine e visione.
Non faceva rumore, ma lasciava il segno.
Gli inizi: tra Napoli e Avellino, il calcio che forma
Cresce calcisticamente nell’Appia Avella, dove comincia a palleggiare sui campetti locali nel 1979.
Ha il tocco e l’intelligenza. Due anni dopo lo nota il Napoli, che lo porta nel proprio vivaio.
Gioca lì fino al 1981, poi passa all’Avellino, con cui rimane quattro anni, fino al 1985.
Non arriva mai all’esordio in prima squadra, ma intanto cresce, osserva, impara.
La lunga traversata: dal Nord al Sud, il calcio vero
Nel 1985 parte per la Toscana: lo accoglie la Rondinella Firenze, dove resta due stagioni.
Compagno di squadra? Un certo Sebastiano Rossi, futuro portiere del Milan.
Nel 1987-88 si trasferisce a Poggibonsi, dove vince il campionato di Serie D da protagonista. Gli offrono un biennale. Rifiuta. Non per presunzione, ma per istinto.
Nel 1988-89 lo troviamo a Viareggio, sempre in Serie D.
Poi nel 1989-90 si sposta in provincia di Arezzo, al Bibbiena, dove conquista la salvezza in uno spareggio tiratissimo contro il Castellina in Chianti.
Dal 1990 al 1992 è in Calabria, a Praia a Mare, ancora in Serie D.
Nel 1992-93 gioca in Basilicata, al Pisticci, allenato da mister Gigi De Caino, che lo considera il fulcro del gioco.
Dal 1993 al 1995 gioca a Nardò: due stagioni importanti, una chiusa al secondo posto, l’altra al quarto.
Poi due anni in Puglia, al Cerignola (1995-1997), sempre in D, sempre nel cuore del gioco.
Nel 1997-98 approda in Abruzzo, al Lanciano.
Nel 1998-99 lo troviamo in Sardegna, in provincia di Olbia, con la maglia del Cala Ciano.
Molise e dintorni: le ultime avventure nazionali
Nel 1999-2001 gioca in Molise, con l’Atletico Triveneto.
Arrivano primi in campionato, ma la promozione sfuma in finale playoff.
Nel 2001-2002 resta in regione, al Venafro, in Eccellenza, guidato da mister Domenico Progna, ex Atalanta. Arrivano secondi, dietro al Termoli.
Il ritorno al Mandamento e i titoli vinti
Nel 2002 torna finalmente a casa, nel Mandamento Baianese.
Gioca con il Baiano, in Eccellenza, per due stagioni.
Nel 2004-2005 scende in Promozione, al Cicciano, e vince il campionato.
Nel 2005-2006, un altro titolo: Prima Categoria, stavolta con il Cimitile.
E nel 2006-2008 fa tris: Seconda Categoria, vinta con il Real Camposano.
Dal 2008 al 2010 è a Mugnano del Cardinale, con l’U.S. G. Carotenuto.
Qui inizia la sua seconda carriera: allenatore-giocatore.
Arrivano terzi il primo anno, l’anno successivo vengono ripescati in Promozione.
Nel biennio 2010-2012 gioca a Roccarainola, sponda Real Sasso.
E poi, come ogni storia che si rispetti, torna dove tutto era cominciato: ad Avella.
Chiude la carriera vincendo campionato e coppa di Seconda Categoria.
Silenziosamente, ma da protagonista. Il centrocampista che vedeva prima
Francesco Maresca non era un funambolo.
Era un metodista mancino, intelligente, ordinato.
Uno che giocava con la testa prima ancora che con i piedi.
Non correva a vuoto. Si muoveva bene.
Scelta giusta, tempo giusto, passaggio giusto.
Il suo sinistro era preciso come un compasso, il suo ruolo quello del metronomo.
Dava ritmo, dava sicurezza.
Era il cervello silenzioso che faceva funzionare tutto.
Un artigiano del pallone, con la stoffa del regista e l’umiltà del gregario.
Di Francesco si ricorda…
…un centrocampista che non sprecava mai una palla.
…un compagno che metteva ordine anche nel caos.
…un maestro di gioco semplice e pensato.
…una carriera lunga, onesta e mai banale.
«Io sono Maresca!»
Appuntamento alla prossima puntata.











