Miele, Coldiretti: il 20% delle importazioni arrivano dalla Cina. In Campania 10% della produzione nazionale, cresce il biologico

Miele, Coldiretti: il 20% delle importazioni arrivano dalla Cina. In Campania 10% della produzione nazionale, cresce il biologico

Aumentano le quote di importazioni dall’estero di miele, con un incremento del 13% nel 2016. I barattoli di prodotto cinese, ungherese e rumeno hanno superato quest’anno la produzione nazionale. È quanto emerge da una analisi della Coldiretti su dati Istat relativi ai primi 5 mesi dell’anno diffusa in occasione della presentazione dei risultati produttivi del settore. Se nel 2015 gli arrivi di prodotto straniero hanno raggiunto il massimo di sempre – sottolinea Coldiretti – salendo a quota 23,5 milioni di chili, il 2016 vede così aggravarsi il fenomeno, con il 20% del prodotto straniero che arriva peraltro dalla Cina, dove è consentito l’uso del polline Ogm, così come in Romania, paese che si colloca nella classifica dei principali esportatori in Italia, guidata da un’altra nazione dell’Est, l’Ungheria. Aumenta dunque – denuncia la Coldiretti – il rischio di portare in tavola prodotti spacciati per Made in Italy, ma provenienti dall’estero, spesso di bassa qualità e per questo occorre verificare con attenzione l’origine in etichetta oppure di rivolgersi direttamente ai produttori nelle aziende agricole, negli agriturismi o nei mercati di Campagna Amica.

Un fenomeno che interessa da vicino la Campania, che rappresenta circa il 10 % della produzione nazionale con circa 1 milione di kg all’anno e un valore stimato in 7/8 milioni di euro (stima Assessorato Agricoltura Regione Campania). A guidare le province produttrici di miele è Benevento con circa il 24% del totale, seguita a ruota da Avellino con il 23%, poi Napoli con il 20%, Salerno con il 17% e Caserta con il 16%. C’è un trend positivo nella crescita della produzione biologica, in particolare nelle province di Caserta e Benevento. Il miele concorre, in valore, con oltre l’80% del valore della produzione regionale, mentre la produzione di sciami concorre per circa il 10%. La restante parte del valore della produzione apistica campana è data dalle altre produzioni (regine, impollinazione, cera, pappa reale, propoli).  In Campania sono presenti poco meno di 50.000 alveari. La produzione media stimata di miele in Campania per l’anno 2015 si è attestata sui 20-25 kg per alveare. La maggior parte del miele prodotto in Campania, circa due terzi della produzione, è di tipo millefiori. Tra i mieli millefiori della Campania prevalgono quelli composti da associazioni di polline proveniente da Castagno, Crucifere (Cavolo, Verza, Rapa, Broccolo, ecc.), Rubus (Lampone, Rovo, ecc.), Sulla, Trifoglio, Eucalipto, Lotus. Tra i mieli uniflorali prevalgono quelli composti da polline proveniente da Sulla, Castagno, Agrumi e Robinia (Acacia).

Il miele prodotto sul territorio nazionale dove non sono ammesse coltivazioni Ogm è riconoscibile attraverso l’etichettatura di origine obbligatoria fortemente sostenuta dalla Coldiretti. La parola Italia deve essere obbligatoriamente presente sulle confezioni di miele raccolto interamente sul territorio nazionale mentre nel caso in cui il miele provenga da più Paesi dell’Unione Europea, l’etichetta – continua la Coldiretti – deve riportare l’indicazione “miscela di mieli originari della CE”; se invece proviene da Paesi extracomunitari deve esserci la scritta “miscela di mieli non originari della CE”, mentre se si tratta di un mix va scritto “miscela di mieli originari e non originari della CE”. Il problema – rileva Coldiretti – è però che le stesse regole non valgono se il miele viene usato come ingrediente, come accade nei biscotti e negli altri dolci come, ad esempio, il torrone, dove la presenza di prodotto straniero non viene dichiarata in etichetta.