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Un fronte comune di oltre 40 sindaci dell’Irpinia e del Sannio si è riunito presso la sede della Fondazione Pascucci di Pietradefusi per lanciare un forte appello alla Regione Campania e alle istituzioni competenti: tutelare il diritto all’acqua e affrontare in modo deciso la crisi che da anni travolge la gestione di Alto Calore Servizi (ACS).
Una crisi che pesa sulle comunità
I primi cittadini denunciano una situazione ormai insostenibile:
- indebitamento grave della società, che mette a rischio la continuità del servizio;
- interruzioni frequenti e prolungate della fornitura, che colpiscono famiglie, imprese ed enti pubblici;
- fondi già stanziati ma non utilizzati, con reti idriche obsolete e perdite tra le più alte d’Italia.
“Non è più tollerabile che i cittadini restino senz’acqua, un bene primario e inalienabile, per inefficienze gestionali e inerzie politiche” – hanno dichiarato i sindaci.
Le richieste alla Regione
Dall’assemblea è emersa una piattaforma di proposte chiare:
- manifestazione sotto Palazzo Santa Lucia a Napoli, con fascia tricolore, per chiedere un intervento finanziario immediato;
- attuazione degli investimenti già finanziati, con tempi certi e controllabili;
- nuova governance di ACS, con la nomina di un Amministratore Unico scelto collegialmente dai sindaci, libero da logiche di partito e focalizzato sull’interesse pubblico.
Verso un gestore unico regionale
Oltre all’emergenza, i sindaci guardano anche al futuro proponendo la nascita di un Gestore Unico Regionale del Servizio Idrico Integrato, con:
- tariffa unica regionale, come previsto dalla legge;
- piano industriale che preveda rifacimento delle reti, autoproduzione di energia, sistemi tecnologici per il monitoraggio dei guasti, lotta agli sprechi e contrasto al furto d’acqua;
- impegno della Regione nella gestione e nella partecipazione aziendale, per garantire stabilità e trasparenza.
Un punto centrale riguarda anche la rideterminazione delle forniture verso altre regioni e l’effettivo incasso dei ristori economici dovuti ai territori, da destinare alla riduzione del debito accumulato da ACS.
“L’acqua non può essere ostaggio della politica”
Il fronte dei sindaci sottolinea che l’acqua deve tornare a essere considerata un bene comune, non strumento di gestione clientelare o speculazione politica. Per questo, annunciano di voler arrivare in assemblea con una proposta condivisa e con un nome unitario per la guida della società, capace di garantire equilibrio e responsabilità.
“Agire nell’emergenza è necessario, ma progettare il futuro è un dovere” – recita il documento congiunto. “Le nostre comunità meritano rispetto, risposte immediate e soluzioni strutturali. L’acqua è un diritto fondamentale e non può più essere negata.”
