Palloni di cuoio e calciatori di una volta Sesta puntata – Agostino Napolitano, difensore d’istinto e di fedeltà.(Foto)

Palloni di cuoio e calciatori di una volta Sesta puntata – Agostino Napolitano, difensore d’istinto e di fedeltà.(Foto)

di Francesco Piccolo

Agostino Napolitano, classe 1969, alto 1,78 metri, originario di Sirignano, è stato un difensore arcigno e generoso, uno di quelli che in campo ci mettevano anima, gambe e silenzi. Un calciatore tutto sostanza e appartenenza, cresciuto tra polvere, promesse e passione.

Il suo primo contatto col pallone avviene dietro la chiesa di San Giovanni, ad Avella, in un torneo di calcetto organizzato 46 anni fa. Lo nota Colucci Benedetto, detto “il grande Tittone”. Agostino è il più piccolo del gruppo, gioca con ragazzi più grandi, ma il mister lo prende a cuore: gli regala un paio di scarpette verde militare e un pantaloncino. Per quel bambino è come toccare il cielo.

Tra una partita e l’altra, a notarlo è Biagio Peluso, il “grande mister”, che lo porta con sé nelle giovanili del Baiano. Da lì comincia la vera strada. Nei tornei con quella maglia attira gli occhi del C.A.G.C. Avellino, fucina di talenti, dove il mitico “Professore” Ciro Del Gaudio ne coglie subito lo spirito combattivo.

Con il C.A.G.C. vive quattro anni splendidi, culminati con la vittoria del Campionato Nazionale Esordienti a Coverciano. L’anno successivo, nonostante fosse sotto età, gioca con i Giovanissimi. In quella stagione, condivide il campo con Salvatore Rega, calciatore di grande spessore e tecnica sopraffina. È lì che nasce il senso del gruppo e della lealtà.

Poi arriva la chiamata del Solofra Calcio, che milita nella vecchia Serie D. Agostino comincia nel settore “Beretta”, ma dopo un ottimo girone d’andata viene convocato in prima squadra da mister Gaetano Vergazzola. Il debutto è a Vibo Valentia, contro la Vibonese: un esordio tosto, da difensore vero.

In un’amichevole contro l’Atripalda conosce Sergio La Cava. Qualche settimana dopo, proprio La Cava lo convince a seguirlo al Calitri. Agostino accetta. E fa bene. In cinque anni vincono il campionato di Prima Categoria, poi La Cava lascia per iniziare la carriera da allenatore. Agostino resta, e con il Calitri conquista anche la Promozione e un anno di Serie D. Ma è tempo di un’altra scelta: si arruola nell’Aeronautica Militare.

Durante il corso da Maresciallo a Caserta, il calcio resta nel sangue. E quando La Cava, nel frattempo diventato allenatore del G.S. Carotenuto, lo chiama di nuovo, lui non ci pensa due volte. Torna in campo. I presidenti sono Angelo Sanseverino, uomo generoso e disponibile, e Pellegrino Schettino, altro punto fermo del club.

È una stagione speciale. In campo c’è mezza anima del Mandamento: Vasta, Rega, Bianco Nunzio, Egidio Corbisiero, Aliperti… nomi che significano appartenenza e passione. Calcio vero, quello fatto di spogliatoi stretti, risate sincere e terra sotto le scarpe.

Agostino Napolitano è stato questo: istinto, serietà e coerenza. Un ragazzo per bene, un difensore che non si tirava mai indietro, uno che dava tutto, sempre, in silenzio.

Di lui si ricorda…
…un calciatore con lo sguardo limpido e il tackle deciso.
…un ragazzo serio e per bene.
…un compagno leale.
…una carriera vissuta a testa alta.

«Io sono Agostino Napolitano!»
Appuntamento alla prossima puntata.                                                                                                                                                                                                                                      Palloni di cuoio e calciatori di una volta Sesta puntata – Agostino Napolitano, difensore d’istinto e di fedeltà.(Foto) Palloni di cuoio e calciatori di una volta Sesta puntata – Agostino Napolitano, difensore d’istinto e di fedeltà.(Foto) Palloni di cuoio e calciatori di una volta Sesta puntata – Agostino Napolitano, difensore d’istinto e di fedeltà.(Foto)