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Dopo la bomba d’acqua che, alla vigilia di Ferragosto, ha trasformato la Nazionale delle Puglie in un fiume in piena, resta alta l’attenzione sulle cause che rendono questo tratto particolarmente vulnerabile.
Nel sopralluogo effettuato nel pomeriggio di oggi durante l’acquazzone ampiamente previsto, partendo dall’ingresso di Avella provenendo dall’area nolana, Tufino, fino al confine con Sperone, è emerso che la criticità principale si concentra nel tratto avellano. Qui, come documentato dalle immagini, l’acqua piovana non riesce a defluire correttamente nella rete fognaria.
Le possibili cause sono due: tubazioni di diametro insufficiente a reggere precipitazioni intense oppure condotte parzialmente ostruite da detriti e sedimenti. In entrambi i casi, la conseguenza è la stessa: durante piogge violente, la carreggiata si trasforma rapidamente in un corso d’acqua, mettendo in difficoltà automobilisti e residenti.
Gli esperti segnalano la necessità di un intervento mirato di manutenzione o adeguamento delle condotte, per scongiurare nuovi episodi come quello che ha messo in ginocchio la viabilità tra Sperone e Tufino. Con il clima sempre più imprevedibile e fenomeni meteorologici estremi in aumento, il rischio che la Nazionale delle Puglie torni a diventare un “fiume” è tutt’altro che scongiurato.
