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La Campania si risveglia sotto l’ombra lunga del virus West Nile, un nemico silenzioso, trasmesso da una zanzara comune, ma capace di scatenare reazioni devastanti in organismi fragili. Sono otto i casi clinici confermati di infezione neuroinvasiva da West Nile nella regione, tutti con complicazioni al sistema nervoso centrale, e la metà di questi pazienti si trova attualmente in rianimazione, in condizioni critiche.
Il primo allarme è scattato a Baia Domizia, dove un uomo di 80 anni, dopo aver manifestato sintomi febbrili e confusione mentale, è stato trasferito d’urgenza al Cotugno di Napoli, dove è stato intubato il 5 luglio. Gli altri casi si sono concentrati nell’Agro Aversano, nel Casertano, dove due persone sono ricoverate al Moscati di Aversa in terapia intensiva. L’ottavo caso, meno grave, proviene da Salerno. L’infezione si è rivelata neuroinvasiva in tutti i pazienti, ovvero ha colpito il sistema nervoso centrale, con quadri clinici che spaziano dall’encefalite alla meningite fino a episodi di paralisi flaccida acuta.
In molti dei soggetti colpiti si riscontra un profilo comune: età avanzata, comorbidità pregresse e un’esposizione prolungata in aree dove si è sviluppata una densità anomala di Culex pipiens, la zanzara vettore del virus.
Un’epidemia annunciata
Il virus del Nilo occidentale (West Nile Virus) non è nuovo al territorio italiano. La sua presenza è monitorata costantemente dall’Istituto Superiore di Sanità, che solo pochi giorni fa ha aggiornato il bollettino nazionale segnalando 10 casi confermati in Italia, dei quali 7 già in forma neuroinvasiva. Otto di questi, secondo quanto emerso, si concentrano proprio in Campania, rendendo la regione per ora l’epicentro della diffusione estiva.
“Non ci troviamo di fronte a un’emergenza pandemica” spiega un funzionario dell’Unità di Crisi regionale “ma è una situazione da prendere molto sul serio, perché i numeri crescono e l’infezione colpisce in maniera selettiva, ma violenta”.
La risposta delle istituzioni
La reazione della Regione Campania è stata rapida. Sono state intensificate le disinfestazioni in numerosi comuni a partire da Napoli, Caserta e Aversa e sono partite le ispezioni entomologiche, per monitorare la presenza delle zanzare infette. Attivati anche i controlli veterinari su uccelli selvatici e cavalli, noti serbatoi del virus.
Contemporaneamente, le ASL locali hanno avviato una campagna di informazione e sensibilizzazione rivolta alla popolazione, mentre i Comuni sono stati sollecitati ad attuare i piani di prevenzione previsti nei mesi caldi.
“È fondamentale” ha ribadito l’Unità di Crisi “che i cittadini siano parte attiva della strategia di contenimento, eliminando i ristagni d’acqua, utilizzando repellenti e segnalando eventuali sintomi sospetti.”
La minaccia invisibile
Il virus West Nile, scoperto per la prima volta in Uganda nel 1937, ha avuto una diffusione progressiva in Europa negli ultimi vent’anni, complice il riscaldamento globale e l’aumento delle zanzare nei centri urbani. La trasmissione avviene tramite la puntura di una zanzara infetta, ma non è contagioso da persona a persona.
Nel 90 per cento dei casi l’infezione decorre in modo asintomatico o con sintomi lievi come febbre, dolori muscolari e cefalea. Ma in 1 caso su 100, soprattutto tra anziani, immunodepressi e soggetti fragili, può colpire il cervello e il midollo spinale, provocando danni neurologici potenzialmente irreversibili o letali.
Ad oggi non esistono vaccini o terapie antivirali specifiche. La cura è soltanto sintomatica. Per questo, la prevenzione ambientale e individuale resta l’unica arma concreta.
Le indicazioni per la popolazione
Le autorità sanitarie regionali hanno diffuso una serie di raccomandazioni essenziali:
• Eliminare i ristagni d’acqua da sottovasi, bidoni, grondaie, tombini
• Installare zanzariere e utilizzare repellenti cutanei
• Indossare abiti chiari e coprenti nelle ore serali
• Limitare l’esposizione in ambienti umidi e vegetati
• Proteggere gli animali domestici e monitorare i cavalli
• Segnalare tempestivamente sintomi come febbre alta, rigidità del collo, debolezza muscolare o confusione
I medici di famiglia sono stati invitati a segnalare ogni caso sospetto. Le strutture infettivologiche e neurologiche regionali restano in allerta massima.
Uno scenario da non sottovalutare
La Campania è dunque entrata in una fase di sorveglianza attiva, e sebbene non si parli ancora di emergenza epidemiologica, il contesto suggerisce prudenza e vigilanza. L’estate 2025, già segnata da temperature anomale e tassi di umidità elevati, offre al virus un habitat favorevole alla diffusione.
“Non bisogna farsi prendere dal panico” spiegano gli esperti “ma occorre trattare il fenomeno con consapevolezza e rispetto. Il West Nile è subdolo: arriva in silenzio, si diffonde senza clamore e colpisce dove trova terreno fertile.”
La sfida sanitaria non riguarda solo i protocolli ospedalieri, ma chiama in causa la responsabilità collettiva. Perché nella lotta contro il West Nile, più che in molte altre battaglie, la prevenzione è davvero l’unica cura possibile.
