Rilanciare le AREE INTERNE: non è un destino, è una scelta

Rilanciare le AREE INTERNE: non è un destino, è una scelta

di Salvatore Guerriero – Presidente Nazionale ed Internazionale della CONFEDERAZIONE DELLE IMPRESE NEL MONDO (PMI INTERNATIONAL)

Sottolineare il declino demografico che investe le Aree Interne del nostro Paese è un compito abbastanza doloroso, ma attenzione non è un destino inevitabile. È il risultato di scelte mancate, di visioni assenti, di politiche deboli. E può essere invertito.

Una soluzione, secondo il mio umile ma convinto parere, esiste. Non passa attraverso palliativi o iniziative estemporanee — come il turismo del weekend, quando va bene, o le sagre due volte all’anno — ma attraverso la costruzione di vera economia. Una economia che crea lavoro stabile, servizi, infrastrutture, comunità vive e non più spopolate.

Le AREE INTERNE dei territori del SUD sono un simbolo di questo declino. In alcuni comuni si registra una decrescita demografica superiore al 20% ogni dieci anni. Eppure, spesso nel raggio di pochi chilometri si trovano zone industriali e produttive o utilizzate poco rispetto alle potenzialità. Un patrimonio infrastrutturale e logistico che può essere rigenera

Perché non trasformarle in un’opportunità concreta di rinascita?
Il Rinascimento economico – sociale e produttivo delle Aree Interne può nascere, mantenendo inalterato l’originalità territoriale ma prendendo anche esempi virtuosi che in altre realtà hanno funzionato come in Svizzera dove intere comunità di montagna sono ormai esempi di sviluppo, di qualità della vita e di continui investimenti.

E il risultato quale potrebbe essere?

Aree che oggi si spopolano tornerebbero ad attrarre imprese di qualità. Aumenterebbe la richiesta di manodopera, tornerebbero i giovani, si riaprirebbero scuole, crescerebbe la domanda di formazione, si migliorerebbero i servizi. Senza dimenticare le infrastrutture come l’Alta Velocità/Alta Capacità ferroviaria e hub logistici in costruzione, come sta avvenendo in alcune zone interne dell’Irpinia.

La bellezza del territorio è un vantaggio competitivo. Ad esempio, l’Alta Irpinia è logisticamente perfetta: è connessa ai grandi assi autostradali
(tirrenico e adriatico), si trova a 50 km dalle fasce costiere, confina con aree di grande valore culturale ed economico come il Sannio, la Basilicata e il Vulture.

Si tratta di luoghi che uniscono qualità della vita, bellezza e altri vantaggi Una scelta strategica, ma anche umana.

Serve visione. Ma serve soprattutto coraggio politico.

Oggi rischiamo l’abbandono definitivo. Se le poche aziende rimaste dovessero decidere di andarsene, sarebbe il colpo di grazia.

Ma l’alternativa esiste. E richiede programmazione seria, visione di lungo termine, primato della politica vera, capace di accompagnare processi nuovi di sviluppo economico e sociale.

Siamo nell’era digitale, un’epoca in cui si può lavorare da ovunque, ma dove i legami con i territori autentici contano ancora. Le Aree Interne possono diventare laboratori di un’economia identitaria, sostenibile, decentralizzata, meno soggetta alla speculazione dei mercati globalizzati.

Ai giovani soprattutto il compito di prendere in mano il destino dei territori, Cambiando schema, pensando in grande, ma partite dalle radici. Le Istituzioni devono fare la loro parte, rendendo questi territori una terra di opportunità, e non più di rimpianti.

Noi, come CONFEDERAZIONE DELLE IMPRESE NEL MONDO, siamo pronti a sostenere ogni progetto che vada in questa direzione. Perché il futuro, se lo si vuole, si costruisce anche nei luoghi più silenziosi. Basta ascoltarli, e avere il coraggio di investire dove oggi c’è solo silenzio.