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Il 27 novembre 1922 viene ricordato come la data di fondazione del Partito Nazionale Fascista (PNF), il soggetto politico guidato da Benito Mussolini destinato a diventare il cardine del regime che avrebbe governato l’Italia fino al 1943. La nuova formazione nacque dalla trasformazione dei Fasci Italiani di Combattimento, fondati tre anni prima, e rappresentò il passaggio decisivo dalla mobilitazione squadrista al potere istituzionale.
La nascita del PNF avvenne in un contesto segnato da crisi economica, instabilità parlamentare, tensioni sociali e violenze politiche. Dopo la Marcia su Roma e la nomina di Mussolini a Presidente del Consiglio, la struttura del nuovo partito divenne lo strumento per l’occupazione progressiva delle istituzioni e per la limitazione delle libertà democratiche.
Nel giro di pochi anni, il fascismo impose:
la restrizione del pluralismo politico
il controllo della stampa
la repressione degli oppositori
l’instaurazione del partito unico
Il percorso portò poi all’emanazione delle leggi razziali del 1938, all’alleanza con la Germania nazista e al coinvolgimento nella Seconda Guerra Mondiale, con esiti devastanti per il Paese.
A più di un secolo di distanza, la data del 27 novembre rappresenta per storici e istituzioni un richiamo alla memoria collettiva e alla vigilanza democratica, ricordando come la perdita delle libertà possa avvenire gradualmente e con l’apparenza della legittimità.
