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Ieri sera in piazzetta San Giacomo si è tenuta una cerimonia commemorativa in memoria dei giudici Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, delle loro scorte e di tutte le vittime della mafia.
La cerimonia ha rappresentato un momento di raccoglimento e riflessione sui valori della legalità e dell’impegno civile.
La celebrazione eucaristica è stata celebrata da don Aniello Manganiello.
Tra le autorità presenti il sindaco dott. Alessandro Napolitano, il giudice Carello Maresca, alcuni consiglieri sia di maggioranza che di opposizione e il maresciallo Passaro per la Compagnia dei Carabinieri di Baiano.
Al termine della santa messa, si è tenuto un dibattito sulla legalità, moderato dall’avv. Michele Pepe ed organizzato dal dott. Filomeno Caruso, quest’ ultimo ha salutato gli astanti e ha ribadito che, nella vita, occorre scegliere se stare dalla parte della illegalità o dalla legalità, perché non può esserci una via di mezzo.
Ospite della serata è stata Simona Capone, fidanzata di Santo Romano il giovane ucciso nel napoletano, che ha portato la sua testimonianza: “Paolo Borsellino sostanzialmente riponeva tutte le sue speranze in noi giovani, dicendo che soltanto una nuova generazione avrebbe potuto salvare il mondo da questa cattiveria, soltanto perché i giovani sono più capaci di non dare il consenso, perché tutto si fonda sul consenso. Nel testo che ho elaborato all’esamec di stato, perché quest’anno ho preso il diploma, ho immaginato di rispondere a Paolo Borsellino e la mia risposta è al quanto negativa, non soltanto perché sono profondamente colpita dalla vicenda che mi è successa, ma perché sostanzialmente ho poche speranze. È importante che ognuno di voi capisca, realmente, quanto il pericolo sia imminente e quanto sia doveroso fare qualcosa. Io nel mio piccolo ce la sto mettendo tutta, per quanto sia difficile, continuo a partecipare a commemorazioni, continuo a portare avanti il nome di Santo affinché questo nome non diventi soltanto un nome in una lista infinita di ragazzi, purtroppo ammazzati ingiustamente, ma sia da monito Ci vuole il rispetto perché il rispetto è alla base di tutto e alla base di qualsiasi rapporto civile, di qualunque rapporto umano”.
Successivamente è intervenuto il sindaco, il dott. Alessandro Napolitano che dapprima si è congratulato con il dott. Maresca per la sua brillante attività di magistrato, in seguito riallaciandosi al discorso di Simona, ha detto :” credo che non sia giusto chiedere l’ergastolo per un minorenne perché ci può essere la riabilitazione. Questa possibilità non la possiamo negare. Credo che tutti debbano avere almeno la possibilità di redimersi e di capire l’errore che fanno compiuto perché alla fine gli errori e l’educazione che non hanno avuto, dipendono dai genitori, perché i difetti sono le mancanze di un genitore'”.
La preside dell’ I.C.”Manzoni”, la dottoressa Luigia Conte ha dichiarato: “La scuola è un presidio della legalità, sin dai primi anni dell’infanzia, bisogna insegnare ai bambini il rispetto verso il compagno, verso gli insegnanti, verso l’ambiente. Oggi occorre dialogare con i ragazzi, bisogna ascoltarli, ai giovani bisogna dar voce non zittirli, bisogna instaurare con loro un dialogo. Importante è il rapporto con le famiglie, poiché deve esserci un’alleanza tra la scuola e la famiglia. Occorre altresì far rete con le istituzioni, col comune, con tutte le agenzie del territorio, per far sì che questi ragazzi una volta che escono dalle aule, sappiano dove andare, dove trovare un’associazione, dobbiamo dare loro degli esempi. L’ esempio è importante, ai ragazzi, dobbiamo saper dire anche un no, ma motivandolo. Dobbiamo accompagnare i nostri ragazzi, aiutandoli a realizzare i loro sogni”.”
Il professore Benessai ha raccontato della sua esperienza e di quante volte, nella sua lunga carriera, gli sia capitato di dover occuparsi di persone pluripregiudicate, ma un medico, la vita umana va sempre salvaguardata.
Ha concluso la serata lil dottor Catello Maresca:”Non vi parlerò del giudice Borsellino perché queste commemorazioni rischiano di diventare sterili, se ci limitiamo a ricordarlo solo in un giorno. Possiamo prendere spunto dalla vita di Falcone e Borsellino, per fare delle riflessioni. In primis menziono il perdono, noi dobbiamo essere severi e dobbiamo essere duri, ma mai perdere l’umanità perché altrimenti rischiamo di diventare come loro. Sosteniamo con forza che bisogna provare a rieducare. C’è anche chi non vuole essere rieducato, ma lì poi ci penserà la vita, la ci penserà Dio”.
Il dibattito ha segnato profondamente le coscienze dei presenti che con applausi hanno dimostrato di aver gradito tutti gli interventi. Al termine si sono state distribuite, gratuitamente, le copie del libro “Il genio di Giovanni Falcone” scritto dal dottor Maresca.(L.C.)

