
È emergenza in tutto il comparto corilicolo italiano. Una cascola anomala delle nocciole, che si verifica con settimane di anticipo rispetto al normale ciclo di maturazione, sta colpendo duramente le coltivazioni in Campania, Piemonte, Lazio e persino in Turchia, con perdite che in alcuni casi raggiungono l’80% del raccolto.
Una crisi senza precedenti che minaccia seriamente la sostenibilità economica di centinaia di aziende agricole, soprattutto nelle aree interne del Paese.
A fronte della gravità della situazione, l’O.P. Il Guscio, organizzazione di produttori attiva nel settore corilicolo, ha formalmente trasmesso alla Regione Campania – Assessorato all’Agricoltura la richiesta di dichiarazione dello stato di calamità naturale.
Castaldo (O.P. Il Guscio): “Non possiamo lasciare soli gli agricoltori”
A guidare l’iniziativa è Sabato Castaldo, direttore dell’organizzazione, che lancia un appello accorato:
“La cascola anomala sta mettendo in ginocchio la nostra filiera. Chiediamo alla Regione Campania di dichiarare lo stato di calamità naturale e di attivare subito gli uffici competenti per il riconoscimento dei danni.
Dietro ogni nocciolo ci sono famiglie, ma soprattutto giovani agricoltori nonché il futuro delle nostre aree interne: non possiamo lasciarli soli”.
La caduta precoce delle nocciole, causata da una combinazione di fattori climatici estremi – tra siccità, piogge fuori stagione e sbalzi termici – compromette non solo la resa produttiva ma anche la qualità del frutto, rendendo il raccolto inutilizzabile per il mercato.
Il danno, tuttavia, non si limita alla sola produzione agricola. L’intera filiera agroindustriale legata alla trasformazione della nocciola – già sotto pressione per i rincari energetici e le difficoltà logistiche – rischia un contraccolpo devastante, con conseguenze su occupazione, export e stabilità sociale delle zone rurali.
Le aree interne, già a rischio spopolamento, rischiano ora un’ulteriore perdita di vitalità economica e occupazionale.
L’O.P. Il Guscio si unisce così al coro di organizzazioni agricole e produttori che da settimane sollecitano interventi rapidi, fondi straordinari e misure di sostegno. Oltre alla richiesta di calamità, si chiede un monitoraggio tecnico capillare, l’attivazione di indennizzi, e politiche strutturali per adattare la corilicoltura ai cambiamenti climatici.
La Campania è tra le regioni leader in Italia per superficie coltivata a nocciolo e per qualità del prodotto. Salvaguardare questa filiera significa non solo tutelare una eccellenza agroalimentare, ma anche difendere un patrimonio culturale e paesaggistico costruito in secoli di lavoro.
Il tempo, però, è un fattore cruciale. Come cadono le nocciole, cadono le speranze di intere comunità: è il momento per le istituzioni di intervenire con coraggio e rapidità.