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Il Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Nola, nella riunione del 16 discembre scorso, ha deliberato di esprimere ferma contrarietà all’introduzione dell’art. 129, comma 10, del DDL di Bilancio 2026, nella parte in cui subordina il pagamento dei compensi professionali alla regolarità fiscale e contributiva, in assenza di adeguate garanzie e chiarimenti operativi.
Le conseguenze di una tale norma sono serissime e allarmanti in quanto rischiano di incidere sulla tutela dell’effettività del diritto di difesa, in particolare della difesa d’ufficio, nel penale, e sull’importante istituto del patrocinio a spese dello Stato, rivolto ai meno abbienti.
In particolare, come relazionato dal Consigliere, avv. Michele Sanella, l’art. 129, comma 10, del disegno di legge di Bilancio 2026, che subordina il pagamento dei compensi per attività professionali rese dai liberi professionisti nei confronti delle Pubbliche Amministrazioni alla dimostrazione della regolarità fiscale e contributiva, qualora fosse esteso – come previsto dall’emendamento n. 128.85 – anche ai compensi a carico dello Stato, rischierebbe di coinvolgere anche gli Avvocati che prestano attività nell’ambito del patrocinio a spese dello Stato e della difesa d’ufficio.
La predetta norma, in discussione in Parlamento, presenta anche gravi criticità operative, non prevedendo strumenti certi per attestare la regolarità fiscale, né soglie minime di irregolarità, né chiarendo se tale regolarità debba sussistere anche al momento del pagamento. Inoltre, l’obbligo di allegare documentazione fiscale alla fattura rappresenta un ulteriore aggravio burocratico, nonostante le Pubbliche Amministrazioni dispongano già di strumenti telematici per effettuare tali verifiche.
L’estensione della norma ai difensori d’ufficio e agli avvocati del patrocinio a spese dello Stato rischia di compromettere l’effettività del diritto di difesa, costituzionalmente garantito dall’art. 24. La previsione normativa di cui si discute appare, inoltre, in palese contraddizione con la possibilità concessa agli Avvocati di compensare i crediti dei compensi dovuti dallo Stato per il gratuito patrocinio con debiti fiscali e anche previdenziali verso Cassa Forense.
Di recente, il Consiglio Nazionale Forense, l’Unione delle Camere Penali Italiane e la rete nazionale del patrocinio a spese dello Stato hanno espresso pubblicamente analoghe preoccupazioni e le medesime critiche alla novella normativa, chiedendone la immediata soppressione. A questi Enti ora si è aggiunto anche il COA di Nola.
La delibera è stata trasmessa al Consiglio Nazionale Forense, all’Organismo Congressuale Forense e ai Parlamentari del territorio affinché questi ultimi dimostrino sensibilità sul tema.