“ACCADDE OGGI”. Estonia, la notte della tragedia nel Baltico

ACCADDE OGGI. Estonia, la notte della tragedia nel Baltico

Era la notte tra il 28 e il 29 settembre 1994 quando il traghetto MS Estonia lasciò il porto di Tallinn, diretto a Stoccolma. A bordo c’erano quasi mille persone: famiglie in viaggio, turisti, camionisti, marinai. Sembrava una traversata di routine, una come tante nel Mar Baltico. Nessuno poteva immaginare che, poche ore dopo, quella nave sarebbe diventata teatro di una delle più grandi tragedie marittime d’Europa in tempo di pace.

Il naufragio in 40 minuti

Verso mezzanotte il mare era agitato, ma non insolito per la stagione. All’improvviso, un boato: il portellone di prua cede, e l’acqua irrompe violentemente all’interno della nave. Nel giro di pochi minuti i ponti si trasformano in trappole.

L’Estonia si inclina, la luce elettrica salta, il panico si diffonde. Molti passeggeri restano intrappolati nelle cabine, altri tentano disperatamente di raggiungere le scialuppe, mentre la nave affonda in meno di 40 minuti.

Alle prime luci dell’alba, il Mar Baltico restituisce solo rottami galleggianti, giubbotti di salvataggio e corpi senza vita. Su 989 persone a bordo, soltanto 137 sopravvivono.

Il dolore e le domande

Il bilancio finale parla di 852 vittime. Famiglie spezzate, comunità intere in lutto tra Estonia, Finlandia e Svezia.

Le inchieste ufficiali puntano il dito contro un difetto strutturale del portellone: troppo fragile per resistere alla furia delle onde. Ma il dolore lascia spazio anche ai dubbi. Alcuni parlano di carichi militari segreti, altri di una possibile esplosione a bordo. La verità, per molti, non è mai stata del tutto chiarita.

Un cimitero sul fondo del mare

Il relitto dell’Estonia giace ancora a circa 80 metri di profondità, nel punto in cui affondò. I governi coinvolti hanno dichiarato l’area cimitero marittimo protetto: un luogo di silenzio e memoria, dove riposano per sempre la nave e la maggior parte delle vittime.

L’eredità della tragedia

Dopo l’Estonia, le regole della navigazione cambiarono. Controlli più severi, nuove normative di sicurezza, maggiore attenzione ai traghetti roll-on/roll-off. Un cambiamento nato dal sacrificio di chi, quella notte, non riuscì a salvarsi.

Ogni anno, il 29 settembre, a Tallinn e a Stoccolma si accendono candele e si leggono i nomi delle vittime. Una commemorazione che ricorda quanto fragile possa essere la vita in mare e quanto sia doveroso non dimenticare.