
![]()
WÜRZBURG (GERMANIA) – È il 5 novembre 1895 quando il fisico tedesco Wilhelm Conrad Röntgen, professore all’Università di Würzburg, compie una delle scoperte più straordinarie della storia della scienza: quella dei raggi X.
Un evento che, nato quasi per caso in un laboratorio, aprì un’epoca completamente nuova nella diagnostica medica e nella fisica moderna.
Durante un esperimento sui tubi catodici, Röntgen osservò un fenomeno inspiegabile: una lastra posta nelle vicinanze cominciava a illuminarsi debolmente, pur non essendo colpita da luce visibile.
Capì di trovarsi davanti a un tipo di radiazione sconosciuta, capace di attraversare i corpi opachi e imprimersi su pellicola fotografica, mostrando la struttura interna degli oggetti e del corpo umano.
Pochi giorni dopo, il fisico realizzò la prima radiografia della storia, immortalando la mano della moglie Bertha, nella quale si distinguevano chiaramente ossa e anello nuziale.
Era la dimostrazione che l’uomo poteva finalmente “vedere l’invisibile”.
La scoperta dei raggi X ebbe un impatto immediato e rivoluzionario: trasformò la medicina, la diagnostica e la ricerca scientifica, aprendo la strada alla radiologia, alla fisica atomica e a una nuova comprensione della materia.
Per il suo contributo, Wilhelm Röntgen ricevette nel 1901 il primo Premio Nobel per la Fisica, divenendo simbolo della curiosità e del rigore che muovono la conoscenza.
Oggi, a più di un secolo di distanza, il 5 novembre 1895 resta una pietra miliare della storia umana: il giorno in cui un lampo di luce invisibile permise all’umanità di guardare dentro sé stessa — letteralmente.
