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Era il 30 settembre 1846 quando il dentista statunitense William Morton segnò una svolta epocale nella storia della medicina: per la prima volta l’etere venne utilizzato come anestetico durante un’operazione chirurgica.
Fino a quel momento, la chirurgia era una pratica traumatica e dolorosa: i pazienti erano costretti a subire amputazioni e interventi senza alcuna forma di sollievo, spesso trattenuti con la forza.
Morton, che già da tempo sperimentava sostanze in grado di ridurre il dolore, somministrò etere a un paziente prima di un’estrazione dentaria. Il risultato fu sorprendente: l’uomo non sentì dolore e la procedura si svolse senza traumi.
L’esperimento destò enorme interesse nella comunità medica. Pochi giorni dopo, il 16 ottobre 1846, l’anestesista presentò pubblicamente la tecnica all’ospedale del Massachusetts, durante un intervento chirurgico condotto dal chirurgo John Collins Warren. Quel giorno viene ricordato come la nascita ufficiale dell’anestesia moderna.
Una rivoluzione per la medicina
L’introduzione dell’anestesia trasformò radicalmente la chirurgia, rendendo possibili interventi più complessi e sicuri, riducendo sofferenze e aprendo la strada allo sviluppo della medicina contemporanea.
Oggi l’esperimento di Morton è considerato una delle più grandi scoperte nella storia della scienza medica, paragonabile per importanza all’invenzione dei vaccini o della penicillina.
