
![]()
Dopo la Breccia di Porta Pia (20 settembre 1870), i romani chiamati alle urne scelsero l’annessione
ROMA – Il 2 ottobre 1870 la popolazione di Roma e del territorio circostante fu chiamata a esprimersi con un plebiscito sul futuro della città dopo la fine del potere temporale dei Papi. Il quesito chiedeva se Roma dovesse essere unita al Regno d’Italia sotto la monarchia costituzionale di Vittorio Emanuele II.
L’esito delle urne
Il voto restituì un risultato plebiscitario: circa 135 mila i votanti complessivi, con 133.681 “Sì” e 1.507 “No”. Una conferma netta della volontà popolare di annessione e integrazione nel processo unitario iniziato nel 1861.
Contesto e conseguenze
20 settembre 1870 – Le truppe italiane aprono la Breccia di Porta Pia, ponendo fine allo Stato Pontificio.
2 ottobre 1870 – Plebiscito e vittoria schiacciante del “Sì”.
3 ottobre 1870 – Proclamazione ufficiale dei risultati.
1871 – Roma diventa capitale d’Italia (con legge del 3 febbraio e trasferimento progressivo delle istituzioni).
Il plebiscito segnò non solo la conclusione del Risorgimento, ma anche l’inizio di una nuova stagione per la città, destinata a trasformarsi – tra grandi opere, modernizzazione e nuovi assetti amministrativi – nel centro politico della nazione.
Un passaggio chiave della storia italiana
Pur restando aperta la questione romana nei rapporti con la Santa Sede (che si risolverà solo con i Patti Lateranensi del 1929), il voto del 2 ottobre 1870 sancì la legittimazione popolare dell’ingresso di Roma nell’orbita statale italiana, fissando una tappa cruciale nella costruzione dell’Italia unita.
