
Zagabria/Lubiana, 19 maggio 1991 – In una giornata destinata a segnare la storia dei Balcani, i cittadini di Croazia e Slovenia si recano alle urne per esprimersi su un tema cruciale: l’indipendenza dalla Jugoslavia.
Con una partecipazione altissima e un esito quasi plebiscitario, gli elettori delle due repubbliche federate manifestano la volontà chiara di distaccarsi da Belgrado e di dare vita a Stati autonomi e sovrani. In Slovenia, oltre il 90% dei votanti si esprime a favore, e in Croazia il sostegno all’indipendenza supera l’80%, confermando un desiderio di autodeterminazione maturato nel tempo.
Il referendum rappresenta una svolta irreversibile per la Federazione Jugoslava, già lacerata da profonde tensioni etniche, politiche ed economiche. Il sogno di Tito di unire sei repubbliche in un’unica entità federale va definitivamente in frantumi.
A distanza di poche settimane, il 25 giugno 1991, sia Croazia che Slovenia dichiareranno ufficialmente l’indipendenza. Seguirà una risposta militare da parte dell’esercito federale, che porterà allo scoppio delle guerre jugoslave – tra i conflitti più drammatici e sanguinosi della fine del XX secolo in Europa.
Con quel voto del 19 maggio, si chiude un capitolo di storia e ne inizia uno nuovo, segnato da lotte, riconoscimenti internazionali e complesse ricostruzioni identitarie.